La Francia resta nel caos

Macron ha scelto di continuare a vivacchiare a scapito del Paese che resterà ora senza una guida certa

La Francia ha dato il via alla 17esima legislatura dell’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento, dopo che il presidente Emmanuel Macron ha deciso di scioglierla il 9 giugno.

 

Questa scelta è stata presa in risposta ai risultati delle elezioni europee e alla necessità di convocare elezioni legislative anticipate in seguito alla vittoria della destra di Le Pen proprio alle elezioni europee.

 

I primi lavori dell’Assemblea si svolgono in un contesto politico particolarmente complesso: non esiste infatti una maggioranza chiara, non è stato formato un nuovo governo e quello uscente è incaricato solo della gestione degli affari correnti.

 

Nel pomeriggio sono iniziate le votazioni per eleggere il presidente dell’Assemblea Nazionale, seguite dalla formazione dei gruppi politici. Il presidente deve essere eletto a maggioranza assoluta, ma alla prima votazione nessuno dei candidati ha raggiunto la soglia necessaria.

 

Anche alla seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta, mentre alla terza vincerà il candidato che otterrà più voti.

 

I risultati delle elezioni legislative non hanno prodotto una maggioranza assoluta, nonostante la vittoria inaspettata della coalizione di sinistra.

 

La nuova Assemblea Nazionale è divisa infatti in tre grandi blocchi politici contrapposti, una situazione senza precedenti per la Quinta Repubblica, iniziata alla fine degli anni Cinquanta con l’approvazione della settima Costituzione repubblicana, ancora in vigore oggi.

 

I tre blocchi principali, per chi non lo ricordasse, sono ora: il Nuovo Fronte Popolare (NFP, di sinistra, con 182 deputati), la coalizione centrista Ensemble di Macron (con 168 deputati) e la destra del Rassemblement National (RN) e dei suoi alleati (143 deputati).

 

Ogni blocco manca di almeno un centinaio di seggi per raggiungere la maggioranza, rendendo improbabile l’approvazione di leggi senza il sostegno esterno (o l’astensione) di un partito minore di opposizione.

 

Le possibilità di stabilità per un futuro governo sono quindi molto scarse, a meno che non si riesca a formare una coalizione ampia, un’ipotesi che al momento sembra lontana.

 

Il 16 luglio, Macron ha accettato le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal e degli altri ministri del governo uscente, che rimarranno in carica per gli affari correnti fino alla nomina di un nuovo governo. Non è chiaro quando Macron nominerà un nuovo primo ministro. Solo lui ha il potere di farlo, ma non è obbligato a scegliere qualcuno del gruppo che ha ottenuto più seggi all’Assemblea Nazionale (la debole coalizione di estrema sinistra, in questo caso), né ha un limite di tempo.

 

Secondo quanto riportato da Le Monde, il presidente francese sembra non avere fretta, preferendo contare su un governo dimissionario che potrebbe rimanere in carica almeno fino alla fine delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi, che inizieranno il 26 luglio a Parigi, o forse addirittura fino all’apertura della prossima sessione ordinaria dell’Assemblea Nazionale, prevista per il 1 ottobre.

 

Non esiste infatti una regolamentazione giuridica precisa su ciò che un governo dimissionario può o non può fare.

 

Un governo incaricato della gestione degli affari correnti ha comunque poteri limitati e, in linea di principio, non può adottare misure di natura politica.

 

Tuttavia, a causa dei pochi precedenti, non sarà semplice stabilire un confine tra ciò che è politico e ciò che non lo è. Secondo il costituzionalista Dominique Rousseau, tutto dipenderà dalla discrezionalità del Consiglio di Stato, che ha il compito di giudicare le attività del potere esecutivo.

 

Un altro fatto degno rilevanza è che il governo dimissionario non può essere rovesciato da una mozione di sfiducia, quindi resta da vedere se e quando Macron deciderà di prolungare questa fase di instabilità politica, che per ora altro non fa che aumentare l’odio dei francesi nei suoi confronti.

Commentare
  • Non ci sono ancora commenti. Il tuo commento può essere il primo.
Aggiungi commento
Leggi anche