Continua l’ondata di morti sospette, omicidi, suicidi (veri, finti e imposti) che ha colpito con particolare efferatezza il mondo della politica italiana negli ultimi anni.
Anche se il precedente più noto al pubblico è probabile quello di Davide Rossi, manager del Monte dei Paschi di Siena, lanciato giù da una finestra affinché non rivelasse le vicende e i finanziamenti illeciti del Partito Democratico.
Luca Ruffino era un uomo cardine nel sistema economico che teneva in piedi Fratelli d’Italia, in precedenza era stato prima indagato e poi assolto in via definitiva per finanziamento illecito ai partiti. In effetti di campagne elettorali, in modo però lecito, ne aveva appoggiate finanziariamente molte: di Romano La Russa, oggi assessore regionale alla Sicurezza in Lombardia, Ruffino aveva sostenuto la campagna elettorale, sempre per le Regionali, nel 2010. E tra i suoi amici più cari c’era anche l’attuale deputato Marco Osnato, oltre alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, da cui lo scorso 18 ottobre aveva rilevato le quote della Visibilia Editore, ora al centro di uno dei più grandi scandali politici dell’ultimo anno.
Visibilia aveva chiuso il 2022 con un margine operativo lordo negativo di 838.934 euro e a fine anno l’esercizio si era assestato con una perdita di circa 1,3 milioni di euro, ossia più di un quarto del fatturato. Tra reati fiscali e tributari, oltre al mancato versamento degli stipendi ai dipendenti l’azienda del Ministro Santanchè navigava in acque non proprio tranquille. A metterci una pezza fu proprio Luca Ruffino.
Cosa e quanto sapeva l’imprenditore Lombardo? La procura ha avviato un’indagine per istigazione al suicidio, appare ovvio che la morte cruenta del capo di una società al centro del dibattito politico, crea più di qualche legittimo dubbio.
Ruffino era entrato un po’ a sorpresa nella società. “Nell’azionariato sono entrati Luca Giuseppe Reale Ruffino con il 12,94 per cento del capitale, e Sif Italia, spa controllata sempre da Ruffino che ne è anche a.d., con l’8,78 per cento”, diceva la nota di Visibilia diffusa il 18 ottobre scorso che aveva comunicato il ribaltone societario.
Ma tra i soci di minoranza c’era anche chi si era chiesto perché si acquistasse una società gravata da debiti con il fisco e l’istituto di previdenza e su cui pendevano un esposto per gravi irregolarità nella gestione e con operazioni finanziarie illogiche.
Un mistero fitto, ma che non sarà di certo né il primo né l’ultimo della nostra politica.