Il Sovranismo meloniano prende una piega tutta sua: scendere il Paese al miglior offerente per compiacere la commissione europea.
Il trasformismo di Giorgia Meloni segna uno dei più grandi tradimenti della storia politica a livello mondiale.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non a caso è un ex Bocconiano rappresentante dell’establishment all’interno della Lega Nord.
Giorgetti dopo aver servito durante il Governo Draghi è pronto a perpetuare la distruzione e lo smembramento del Paese all’ interno del Governo Meloni che per nulla si sta distaccando dal precedente per operato, come sempre avviene in una democrazia puramente rappresentativa e figurata qual è la nostra.
Per un governo che si autoproclama sovranista e in buona la risposta con cui il ministro Giancarlo Giorgetti ha annunciato di nuove «privatizzazioni» «disinvestendo nelle partecipazioni dello stato» è la dimostrazione assoluta del fallimento del nostro sistema democratico e della cessione oramai completa della nostra sovranità.
Una subalternità resa ancor più paradossale dal fatto che l’annuncio è arrivato mentre lo stesso Giorgetti faceva passare per «interventismo» lo stanziamento solo «fino al 20%» del Mef nella rete Tim, svenduta agli americani di Kkr, a cui tutto ovviamente è come sempre concesso, in fondo se Giorgetti è il garante per conto di Bruxelles, il Ministero della Difesa Guido Crosetto è da sempre un fedele uomo di Washington e dei suoi apparati di sicurezza, fin dai tempi della Democrazia Cristiana.
Dopo gli anni 90, e la fine dell’ Iri ad opera di Draghi e Prodi, dopo il famoso incontro del “Panfilo Britanni”, una delle privatizzazioni più recenti è stata quella delle Poste ed è iniziata a fine 2015 con il Tesoro che ha ceduto al mercato il 34,7% del capitale, incassando più di 3 miliardi di euro. Nel 2016 è toccato invece all’ ENAV, la società che gestisce il controllo del traffico aereo, con un’Ipo che ha permesso al Mef un incasso fino a 834 milioni.
Le privatizzazioni erano avvenute sotto il governo Renzi, di cui sono oramai noti i legami con i servizi segreti vicini all’intelligence Usa e i fondi sovrani sauditi, che lo hanno ripagato con “conferenze” e “consulenze” dal valore di centinaia di migliaia di Euro.
Il governo meno “sovranisti” di sempre, sarà però, per ironia della sorte, proprio quella del partito che si era presentato al popolo come quello più “patriottico” e “nazionalista” , ma oramai si sa: l’Italia è il Paese dei politici senza vergogna.