La Procura di Milano ha fatto luce su un possibile caso di corruzione e turbativa d’asta all’interno della Fondazione Milano Cortina 2026, comitato organizzatore dei prossimi Giochi Olimpici Invernali.
Martedì mattina, la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni nella sede della Fondazione e di alcune società fornitrici, sequestrando documentazione e acquisendo informazioni da dipendenti.
Al centro dell’inchiesta ci sono tre indagati, tra cui l’ex amministratore delegato della Fondazione, Vincenzo Novari. Le ipotesi di reato contestate sono relative all’affidamento delle “prestazioni tecnologiche” per le Olimpiadi invernali, con la presunta assegnazione di appalti a seguito di accordi illeciti.
Le indagini, condotte dai pm Tiziana Siciliano, Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, mettono in discussione la natura privatistica della Fondazione, evidenziandone invece il carattere sostanzialmente pubblicistico. Secondo la Procura, infatti, la Fondazione, pur configurandosi come ente no profit di diritto privato, persegue un fine di interesse generale con il coinvolgimento e il sostegno di enti pubblici.
Le perquisizioni e gli interrogatori dei dipendenti mirano a fare luce sulle procedure di appalto per i servizi digitali e la sicurezza informatica delle Olimpiadi, nonché sulle modalità di assunzione del personale presso la Fondazione.
L’operazione odierna rappresenta un duro colpo all’immagine della Fondazione Milano Cortina 2026 e getta un’ombra di dubbio sull’organizzazione dei Giochi Invernali del 2026. Le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità individuali e fare chiarezza sulle dinamiche illecite che si ipotizzano siano avvenute.
L’operazione della Guardia di Finanza ha avuto un forte impatto mediatico e ha sollevato preoccupazioni sull’andamento dei preparativi per le Olimpiadi Invernali del 2026. La Fondazione ha rilasciato una nota in cui ha dichiarato di essere a completa disposizione della magistratura e di collaborare attivamente alle indagini.
Le indagini sono ancora in corso e non è ancora stata fatta luce definitiva sulla vicenda. Tuttavia, l’operazione odierna rappresenta un segnale forte da parte della magistratura nella lotta alla corruzione e a favore della trasparenza nella gestione della pubblica amministrazione.
I Pubblici Ministeri non escludono che nel prossimo futuro ulteriori soggetti possano risultare iscritti nel registro degli indagati.