Dall’allargamento del gruppo Brics dello scorso gennaio, con l’ingresso di Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, l’attenzione è rivolta ai nuovi potenziali membri. Tra questi, la Serbia si distingue per una posizione geopolitica delicata e per scelte ambigue.
Da un lato, il presidente serbo Aleksandar Vucic esclude al momento l’adesione ai Brics, tuttavia le crescenti tensioni con Bruxelles lasciano aperti nuovi scenari.
Nel frattempo a Belgrado l’opposizione di destra spinge per l’ingresso nei Brics, nonostante la candidatura all’ingresso nell’Unione Europea e i legami economici con l’Occidente sembrano comunque una della priorità per Vucic.
La Serbia si trova così a un bivio: proseguire verso l’integrazione europea o abbracciare l’alternativa rappresentata dai Brics?
La posizione della Serbia assume un ruolo chiave nel contesto geopolitico europeo, soprattutto in considerazione del conflitto in Ucraina. Il “non allineamento” di Belgrado, con la sua resistenza alle sanzioni contro Mosca e i legami intensi con Russia e Cina, irrita Bruxelles.
L’accordo triennale sul gas russo a prezzi vantaggiosi e l’acquisizione del sistema anti-drone russo evidenziano la stretta cooperazione con Mosca. Non da meno, gli ingenti investimenti cinesi e la fornitura del sistema antiaereo HQ-22 rafforzano il legame con Pechino, posizionando la Serbia come snodo cruciale per la Nuova Via della Seta nei Balcani.
L’Unione Europea teme che la Serbia possa diventare una “testa d’ariete” nemica all’interno di una regione già instabile, soprattutto alla luce delle posizioni anti-UE dell’Ungheria di Viktor Orban. Un eventuale ingresso della Serbia nei Brics potrebbe segnare una rottura definitiva con Bruxelles, con conseguenze geopolitiche di rilievo.
Il futuro della Serbia appare incerto, sospeso tra le aspirazioni europee e le alternative orientali. Le scelte di Vucic nei prossimi mesi saranno cruciali per determinare il posizionamento del paese e il suo ruolo nel complesso scacchiere geopolitico europeo.
L’Asse di Belgrado con l’Ungheria di Orban e la Repubblica Serba della Bosnia Erzegovina rischiano di essere una vera e propria spina nel fianco per le ambizioni della Nato e dell’Unione Europea nella regione.
ma voi a belgrado ci siete mai stati?
la Serbia è un paese slavo come la Russia, ortodosso come la Russia, la sua lingua è scritta col medesimo alfabeto cirillico, la sua bandiera ha i medesimi colori di quella Russa.
fra i due paesi c’è sempre stata una vicinanza storica, etnica, religiosa e culturale, pertanto è ovvio, nonchè auspicabile, che la classe dirigente serba non si faccia comprare dai dollari e dagli euro sporchi di sangue degli usa e della ue e rimanga amica di santa Madre Russia.
sarebbe auspicabile che questo paese stipulasse una solida alleanza politica e militare con la Russia e chiedesse di entrare a far parte dei BRICS, per evitare che il popolo serbo venga sottomesso alla dittatura dei satanisti occidentali, che si sono macchiati di crimini di guerra contro la ex Jugoslavia favorendone la distruzione .
ma te a belgrado ci sei mai stato?
..adesso cmq faccio una verifica…
belgrado l’occidente insieme al suo alleato bin ladin l’hanno bombardata ed invasa!
Certo sai sgozzavano i croati… cosa gli avresti mandato i fiori???