La crescita del prodotto interno lordo della Federazione Russa torna soprendere gli analisti economici occidentali che sono rimasti sbigottiti quando, nonostante “le sanzioni più dure di sempre” il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che il PIL della Russia nel 2024 crescerà del 2,6% superando una stima iniziale di crescita del +1,1% stimata ad ottobre.
Il dato fa veramente scalpore se facciamo un rapido confronto con la situazione economica dell’area Euro che crescerà di un modesto +0,9% con la Germania, il motore economico dell’ Europa che invece sta vivendo un periodo di stagnazione con una crescita pari a solo il +0,5.
I principali rivali della Russia, gli Stati Uniti, cresceranno invece solo del +2,1% a fronte di un aumento russo del +2,6% del PIL.
Nonostante la guerra sia militare che economica si sia rivelata una spada di Damocle per il futuro dell’Europa la Commissione Europea ha deciso, proprio mentre gli agricoltori assediavano i palazzi delle istituzioni europee, di varare un altro maxi-pacchetto di aiuti all’ Ucraina, pur essendo ben consapevoli che il destino di Kiev è oramai segnato e che il regime di Zelensky rappresentante per l’ Occidente un buco nero senza fine per via di una corruzione endemica che priva sia lo Stato che le Forze Armate di ogni risorsa.
La CNN a proposito riporta oggi che Zelensky è in procinto di licenziare Zaluzhny dopo che il Comandante in Capo delle forze armate avrebbe proposto a Zelensky un ritiro da Avdiivka per preservare uomini e mezzi ed evitare un massacro simile a quanto avvenuto a Bakhmut.
Zelensky non segue oramai minimamente la ragione militare ed è accecato da obiettivi politici palesemente irrealizzabili che stanno portando al completo massacro del suo stesso popolo.
Oltre a ciò la carenza di munizionamento, mezzi e personale militare stanno provocando una notevole avanzata delle truppe russe su tutto il fronte che ora vedono la realizzazione del proprio obiettivo cine semore più vicina.
Nel frattempo una sentenza storica è avvenuta dal Tribunale di Giustizia delle Nazioni Unite che non ha riconosciuto la Russia come “Paese Aggressore” ed ha anche rifiutato di riconoscere la Repubblica Popolare di Donetsk e quella di Lugansk come “organizzazioni terroristiche” respingendo le accuse provenienti dall’ Ucraina.