In Spagna gli esiti della competizione elettorale sono stati meno netti di quanto previsto dai sondaggi alla vigilia ed hanno visto il Partito Popolare (PP) arrivare ad essere la forza politica più votata, con il 33,05% dei voti. Tuttavia, nonostante la vittoria, il PP non ha ottenuto la maggioranza assoluta, di 176 seggi necessaria a formare un governo, nonostante il possibile apporto della destra di Vox.
Alle spalle dei popolari si è posizionato il Partito Socialista del premier uscente Sanchez con il 31,70% dei voti, seguito dalla destra di Vox con il 12,39% , i cui voti sono confluiti nel partito popolare. Tra i partiti principali l’ ultimo realmente degno di nota è l’organizzazione di estrema sinistra Sumar che ha ottenuto il 12,31% dei consensi.
Gli scenari futuri rimango comunque molto incerti, dato che comporre una maggioranza in parlamento risulterá estremamente complicato. Anche se sui media si parla di un possibile nuovo governo di centrodestra lo scenario più probabile resta comunque l’indizione di nuove e più decisive elezioni.
In questo contesto Il leader del PP, Alberto Nunez Feijoo, ha comunque rivendicato il diritto di provare a formare un governo, ma potrebbe essere difficile senza l’apporto dei catalani di Junts, che non provono però particolare simpatia per i colleghi di Vox, unionisti e centralisti.
A destare particolare stupore, rispetto a quanto previsto da tutti i sondaggi, il calo improvvisato del partito di destra “Vox” che ha ottenuto un risultato molto al di sotto delle attese, perdendo 19 dei suoi 52 deputati in parlamento e circa un terzo dei suoi elettori. Una possibile causa della scarsa resa del partito di Santiago Abascal potrebbe essere ritrovata nei duri attacchi che gli organi di stampa hanno rivolto al partito, ottenendo il risultato di spaventare i potenziali elettori che sono poi confluiti nell’incremento del Partito Popolare, ritenuto più moderato e più vicino all’Unione Europea con cui si ritiene che non entrerà mai in collisione, al pari dei socialisti.