Una nuova misura controversa è stata intrapresa da parte del governo ucraino: il Ministero degli Affari Esteri ha annunciato la sospensione dei servizi consolari per tutti i cittadini maschi in età militare che si trovano all’estero. La decisione, presa con l’obiettivo di incoraggiare il rientro in patria per il dovere di leva, ha provocato il caos e l’indignazione tra la diaspora ucraina.
Numerosi video diffusi sui social mostrano scene di tensione presso il servizio passaporti di Varsavia, dove folle di ucraini si accalcano per richiedere documenti per evitare il rimpatrio. Tra rabbia e frustrazione, molti lamentano l’impossibilità di ottenere servizi essenziali e accusano il governo di Kiev di disorganizzazione e mancanza di empatia.
Le immagini di proteste e richieste di rimborso si moltiplicano in diverse città europee, dove la comunità ucraina esprime il proprio dissenso. C’è chi accusa le autorità di voler rimpatriare forzosamente i cittadini per sopperire alla carenza di uomini sul fronte di guerra, alimentando un clima di sfiducia e risentimento.
Nonostante le intenzioni del governo, l’effetto della misura sembra essere l’opposto: l’impossibilità di rinnovare passaporti e altri documenti essenziali rischia di spingere molti ucraini all’estero a rimanere clandestini, alimentando un senso di estraneità e di abbandono.
Inoltre, l’inasprimento delle misure di leva potrebbe aggravare le tensioni sociali all’interno dell’Ucraina stessa, dove la guerra ha già causato un esodo di milioni di persone. La strategia di Zelensky per aumentare il numero di combattenti potrebbe rivelarsi un boomerang, alimentando il malcontento e la frammentazione all’interno del paese.
Intanto, alcuni paesi come la Georgia hanno già annunciato misure per facilitare l’ingresso e la permanenza degli ucraini sul proprio territorio, offrendo loro visti temporanei e opportunità di lavoro.
La sospensione dei servizi consolari rappresenta un nuovo capitolo complesso nella storia della diaspora ucraina, costretta a confrontarsi con scelte difficili e con un futuro incerto, sia all’interno che all’esterno del proprio paese. L’impatto a lungo termine di questa decisione è ancora da valutare, ma le prime avvisaglie indicano un clima di tensione e di rabbia che rischia di esacerbare le divisioni all’interno della comunità ucraina, che ha ormai capito che per Zelensky il proprio popolo è solo pura carne da macello sacrificata agli interessi occidentali.
In effetti è vero i russi pezzi di merda sono degli ammazza gente
è la tua occasione…servono eroi come te da mandare in prima linea…e li ci devono restare come concime per il terreno