Tragedia al largo delle coste greche: almeno 78 morti

L'immigrazione illegale e le rotte della tratta di esseri umani continuano a mietere vittime nel mediterraneo.

L’imbarcazione che si è inabissata ospitava al suo interno circa 750 migranti, ma trattandosi di clandestini il numero esatto non si saprà mai. Il naufragio è avvenuto a sud-ovest della penisola del Peloponneso, interno delle acque internazionali, a 47 miglia nautiche da Pylos.

Il bilancio delle vittime è apparso fin da subito drammatico con almeno 7o persone che sono decedute, mentre continuano le ricerche dei dispersi, anche se le speranze di trovare qualcuno ancora vivo sono sempre più vane. Nessuno tra i 104 sopravvissuti indossava un giubbotto salvagente. Il peschereccio era salpato da Tobruch, in Libia, ed era diretto in Italia, secondo le prime informazioni raccolte dalla Guardia costiera. Nelle operazioni di ricerca e soccorso sono impegnate due navi pattuglia e una di soccorso della guardia costiera, una fregata della marina greca, sette imbarcazioni che si trovavano in zona,un elicottero della marina e un drone.

 

«Secondo le dichiarazioni delle persone che si trovavano a bordo, il numero dei passeggeri era di 750: temiamo che purtroppo il numero dei morti salirà di molto», ha dichiarato il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas, al sito di Kathimerin. Nikas ha poi spiegato che la Regione ha già avviato il «noleggio di camion appositi per la corretta gestione dei corpi» visto che l’ospedale di Kalamata non è attrezzato per fronteggiare l’emergenza. Il governatore ha inoltre aggiunto che nella città di Kalamata è stata allestita un’area di accoglienza per i sopravvissuti, per rispondere al fabbisogno di coperte, vestiti e cibo.

É chiaro che, come è avvenuto in precedenza, i messaggi di cordoglio e le procedure emergenziali non freneranno gli sbarchi, almeno fin quando il Governo italiano non attuerà le sue promesse elettorali esercitando un vero e proprio blocco navale al largo delle coste libiche.

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