Continua il dialogo tra Governo Italiano e Commissione Europea per quanto riguarda l’ormai famoso PNRR, con Bruxelles che ha fatto sapere che i contatti con Roma sono costruttivi e che presto la terza rata sarà erogata. Una cabina di regia per stabilire come e dove verranno spesi i lauti investimenti “europei” verrà varata entro Mercoledì, anche se nel frattempo crescono le tensioni tra i vari apparati dello Stato.
Il Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno spostato alla Presidenza del Consiglio la gestione sia Pnrr che dei normali fondi europei, mettendo ai margini la Ragioneria dello Stato e scatenando nuove tensioni all’interno del mastodontico ed elefantiaco apparato burocratico italiano. I fondi potenzialmente soggetti a un cambio di destinazione pesano, al massimo, fra il 12% e il 15% dei 191,5 miliardi destinati all’Italia, per un valore compreso tra i venti e i trenta miliardi. Ma per individuare gli investimenti da tagliare o da spostare, Fitto si è rivolto alle diverse amministrazioni ministeriali che, in teoria, hanno il quadro ciascuna dello stato di attuazione dei propri progetti. Qui è scattato l’istinto di autoconservazione delle burocrazie, perché molti ministeri sono tutt’altro che entusiasti di fare trasparenza. Nessuno ha fretta di rischiare di vedersi privato di fondi, solo perché alcuni cantieri sono come di consueto in ritardo. Oltre a ciò va considerato che molti dei dirigenti e dei dipendenti dei ministeri remano silenziosamente contro l’attuale governo essendo stati nominati o posizionati dal Governo Draghi e dagli altri esecutivi a guida Partito Democratico, e non hanno alcun interesse nel buon andamento del Governo Meloni. Per questo oltre venti addetti nominati dal precedente governo hanno lasciato il ministero ed altri cinquecento esperti che dovevano supervisionare i fondi sono pronti ad entrare in sciopero o a dimettersi. La situazione resta dunque complicata per il Pnrr sia per motivi esterni (gli accordi con l’Europa sulle opere e sulla revisione dei tempi e dei progetti) che interni (i problemi burocratici, gestionali e di corruzione). Nonostante ciò presto saranno forniti ulteriori dettagli sulle opere che saranno effettuate e sulle loro tempistiche, l’effettiva attuazione sarà, come al solito, una scommessa.