Truffe sulle quote dei migranti

La Presidenza del Consiglio ha presentato un esposto alla Procura Nazionale Antimafia in merito a probabili ingressi illegali dei migranti in Italia attraverso contratti fasulli con aziende legate alla criminalità organizzata.

Al centro di tutto, purtroppo, ancora una volta é la Campania con la sua vasta infiltrazione criminale.

Da un monitoraggio condotto negli ultimi due anni, emergono dati allarmanti riguardanti alcune regioni, in particolare la Campania. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha illustrato questa situazione durante una riunione del Consiglio dei ministri, dopo aver presentato un esposto al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo riguardante l’applicazione degli ultimi decreti flussi.

Tuttavia, la Meloni concentra ora l’attenzione su un altro fenomeno: le distorsioni e le possibili interferenze mafiose nel sistema di ingresso in Italia per motivi di lavoro, compresi quelli stagionali. Questo avviene nell’ambito delle quote stabilite nei Dpcm emessi periodicamente. Nel 2022, il governo Meloni ha varato un decreto per 82.705 persone in un anno, e nel 2023 ha esteso la programmazione triennale della quota, fissandola a 452.000 persone, ampliando le categorie professionali e i settori produttivi.

Il primo monitoraggio ha rivelato una situazione di grande difficoltà. Inoltre, sussiste un forte sospetto di frodi legate alle infiltrazioni della criminalità organizzata. La Meloni ha annunciato interventi “amministrativi e normativi” che verranno discussi in un Consiglio dei ministri successivo al G7. Si prevede anche una modifica alla legge Bossi-Fini, proposta già qualche mese fa dal sottosegretario Alfredo Mantovano. La Procura antimafia potrà attivare le Procure distrettuali, secondo le sue funzioni di impulso e coordinamento delle indagini.

La situazione attuale, secondo la premier, è caratterizzata da un numero eccessivo di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari durante il cosiddetto “click day”. Questo è totalmente sproporzionato rispetto al numero di potenziali datori di lavoro, sia singoli che aziende. Inoltre, la Meloni ha aperto un nuovo fronte di confronto con Vincenzo De Luca, governatore della Campania, definendo il suo atteggiamento come “bullismo” mascherato da insicurezza.

Nel 2022, durante il clickday del decreto flussi, il maggior numero di istanze è arrivato proprio dalla Campania, con 109.716 richieste, cinque volte più di quelle provenienti dal Lazio e dal Veneto.

Tuttavia, l’attenzione non riguarda solo il governo attuale ma si estende anche ai governi precedenti.

La situazione è resa ancora più grave dal “cortocircuito” che si è creato nel sistema dei nullaosta per i visti e la stipula dei contratti.

Gli uffici dello Sportello unico immigrazione faticano a rispettare i tempi previsti per i pareri: 20 giorni per i lavoratori stagionali e 60 giorni per gli altri. Di conseguenza, scatta quasi sempre il meccanismo del silenzio-assenso.

Questo caos ha ripercussioni anche sull’attività delle ambasciate italiane all’estero, che non riescono a verificare i requisiti per i visti.

Inoltre, spesso saltano le verifiche su chi arriva con un visto e non si presenta allo sportello unico immigrazione entro 8 giorni con il datore di lavoro per depositare il contratto.

Il governo ha dunque presentato un esposto  che ha raggiunto anche i magistrati della Direzione Nazionale Antimafia.

Quindi in sintesi mentre l’invasione illegale è diminuita, ma continua costante, quella “legale” ha numeri altrettanto preoccupati con gli “specialisti stranieri” che vengono selezionati direttamente dalla mafia, che dire, non male.

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