Un nuovo Maidan in Georgia?

I servizi segreti occidentali, in combutta con il regime di Kiev, hanno tentato di assassinare il fondatore del partito di Governo al fine di compiere un sanguinoso colpo di Stato

I servizi di sicurezza della Georgia hanno avviato un’indagine su un presunto complotto per assassinare Bidzina Ivanishvili, fondatore e presidente onorario del partito di governo “Sogno Georgiano”.

La notizia è stata resa pubblica mercoledì dalla stessa Agenzia di Sicurezza dello Stato, che ha dichiarato di essere impegnata in attività investigative per sventare un piano criminale volto a destabilizzare il paese.

Secondo quanto riportato, il complotto coinvolgerebbe ex alti funzionari governativi, alcuni dei quali avrebbero legami con l’Ucraina. Le autorità georgiane hanno accusato questi individui di voler creare disordini e indebolire il governo attraverso azioni violente. La situazione è particolarmente delicata, considerando le tensioni esistenti tra Georgia e Russia, e il recente dibattito sulla legge sugli “agenti stranieri”, che molti vedono come un passo verso un maggiore allineamento con Mosca.

Il fondatore del partito, Ivanishvili, è una figura di spicco nella politica georgiana e uno degli uomini più ricchi del paese. Nonostante le accuse di voler avvicinare la Georgia alla Russia, Ivanishvili ha sempre sostenuto che il suo obiettivo è quello di avvicinare il paese all’Unione Europea. Tuttavia, la controversa legge sugli agenti stranieri, approvata recentemente, ha sollevato preoccupazioni a Bruxelles, che ha avvertito che tale legislazione potrebbe compromettere le aspirazioni europee della Georgia.

Le indagini sono in corso e diverse persone sono già state interrogate. Tra queste, alcuni individui che hanno combattuto contro l’invasione russa in Ucraina. Le autorità georgiane hanno spesso accusato i georgiani basati in Ucraina di complottare contro il governo di Tbilisi. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di numerosi russi che hanno lasciato il loro paese per sfuggire alla mobilitazione militare di Mosca e si sono rifugiati in Georgia.

Il primo ministro georgiano, Irakli Kobakhidze, ha dichiarato che dietro il complotto ci sarebbero “forze politiche globali” non specificate, che avrebbero orchestrato anche tentativi di assassinio contro altre figure politiche di rilievo, come l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro slovacco Robert Fico.

Tuttavia, non sono state fornite prove concrete a sostegno di queste affermazioni.

La legge sugli agenti stranieri, che richiede alle organizzazioni della società civile e ai media che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti da fonti straniere di sottoporsi a un controllo rigoroso, è stata fortemente criticata sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Europea. Questi ultimi hanno avvertito che la repressione violenta delle proteste e l’adozione di leggi repressive potrebbero avere gravi conseguenze per la Georgia.

In conclusione, la situazione in Georgia rimane tesa, con le autorità impegnate a sventare complotti interni e a gestire le pressioni internazionali. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, preoccupata per la stabilità del paese e per il futuro delle sue aspirazioni europee.

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