Biden ha inscenato anche lo spauracchio di un’invasione russa dell’Europa e del rischio del coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto ma ciò non è bastato a convincere i senatori repubblicani che hanno espresso un fermo e deciso no ad ulteriori aiuti all’Ucraina per miliardi di dollari.
Nonostante Biden abbia provato il tutto per tutto inserendo nel pacchetto anche gli aiuti ad Israele e i fondi per l’ l’ implementazione del muro anti migranti al confine con il Messico alla fine i Repubblicani hanno comunque bocciato quella che è stata fin da subito vista come una forzatura.
Zelensky, preso atto del taglio dei fondi, ha rifiutato di parlare al congresso, con una tensione diplomatica tra Washington e Kiev che rischia, in caso di vittoria dei repubblicani nelle elezioni del 2024, di mettere la parola fine al sostegno statunitense all’Ucraina.
Gli umori in America stanno cambiando, con la maggior parte dell’ elettorato che vede assurdo spendere miliardi di dollari in aiuti militari ed in operazioni militari in paesi esteri in un momento in cui il cittadino medio americano non ha accesso a nessun servizio statale compresi la sanità gratuita e l’ istruzione universitaria con migliaia di studenti che ogni anno siglano contratti di debito universitario.
In generale l’ultra capitalismo spinto e l’ interventismo spasmodico degli Stati Uniti sta portando la società della prima economia del mondo a scricchiolare su se stessa con il rischio di un collasso definitivo senza un vero e proprio cambio di rotta.
Nel frattempo anche l’Europa non se la passa bene con la Commissione che fatica a trovare committenti adeguati alle sue richieste di materiale bellico per Kiev, l’insicurezza sulla durata della guerra e del sostegno a Kiev scoraggia gli imprenditori europei dagli investimenti e dall’ aumento della produzione di materiale bellico.
A sorpresa chi sta invece sottobanco fornendo aiuti militari a Kiev è l’ Azerbaijan che sta allo stesso tempo tentando una maggiore cooperazione economica con l’Unione Europea, in un quadro geopolitico che si farà sempre più complicato per la regione del Caucaso.