Ucraina: chi paga?

I repubblicani incassano lo stop temporaneo degli aiuti Usa a Kiev, in Europa la crisi economica sta facendo vacillare nei sondaggi i favorevoli agli aiuti.

Gli Stati Uniti rimangono dilaniati dai loro problemi interni, tipici di un impero oramai al collasso.

Mentre l’inflazione dilania la classe media e il fentanil uccide le minoranze nelle periferie, in quelle “Downtown” delle grandi città in cui oramai la polizia ha perso completamente il controllo, sostituita dalle gang che controllano il nuovo “mercato” del sogno americano fatto di droghe sintetiche e pornografia e prostituzione il Senato è riuscito ad approvare in extremis la legge di bilancio anti shutdown che permette al governo di finanziare la spesa pubblica e pagare i numerosi debiti internazionali contratti dalla Casa Bianca, pari a oltre 32 mila miliardi di dollari, il 129% del PIL.

Lo speaker della Camera Kevin McCarthy, Repubblicano, ha presentato una proposta per evitare lo shutdown per altri 45 giorni. La Casa Bianca aveva inizialmente richiesto che la legge finanziaria comprendesse 24 miliardi di dollari di aiuti militari e umanitari per Kiev, ma i Repubblicani, guidati da Trump e dallo stesso Kevin McCarthy si sono fermamente opposti agli aiuti a Kiev chiedendo al presidente statunitense Joe Biden di concentrarsi sugli evidenti problemi interni che stanno attraversando il paese, primi fra tutti povertà e immigrazione illegale, con un confine meridionale oramai diventato “fuori controllo”.

E così, almeno per ora, è stato: bilancio approvato per altri 45 giorni, ma neanche un dollaro per Zelensky.

Nel dibattito è entrato anche il noto imprenditore Elon Musk che ha postato sul suo social “X” (ex Twitter) una vignetta satirica.

Ucraina: chi paga?

 

L’immagine mostra Zelensky con le vene gonfie per la tensione e la didascalia: “Quando sono passati cinque minuti e non hai ancora chiesto un miliardo di dollari di aiuti”

Anche la Polonia in precedenza aveva affermato, a seguito della disputa commerciale sul grano, che non fornirà nuovi lotti di armamemti a Kiev.

Anche l’opinione pubblica americana secondo gli ultimi sondaggi è diventata contraria alla persecuzione degli aiuti per via delle crescenti difficoltà economiche e degli insuccessi bellici ucraini, oltre all’ampia e diffusa corruzione.

Ed è così che la guerra alla Russia fatta sia di armi, che di sanzioni, ideata per “logorare il Cremlino”, “deporre Putin” e “far crollare l’economia russa in due settimane” si è tramutata invece nel collasso definitivo della società occidentale.

Un ultima nota divertente: la lieve inflazione che sta colpendo Mosca sembra sia dovuto, secondo gli esperti, ad un aumento del prezzo del petrolio russo che è riuscito perfettamente ad aggirare tutte le sanzioni occidentali.

L’inflazione in Russia è al 5,2% secondo il dato di agosto con un target al 4% da realizzare entro la fine del 2024. In confronto l’inflazione nella sola eurozona è al 5,8 rispetto ad un target del 2%.

Se non vi bastano le immagini dei carri armati della Nato (Leopard e Challenger) bruciati a Zaporizha ecco dunque a voi qualche dato economico e politico per farvi comprendere chi sta realmente vincendo questa guerra.

Rebus sic stantibus.

 

 

 

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