L’ex allenatore del Napoli si era dimesso, subito dopo lo scudetto, siglando con il Napoli una clausola di “non concorrenza” dal valore, ad oggi, di tre milioni di Euro.
La Nazionale ha urgenza di chiudere dato che a settembre si giocheranno due partite fondamentali per la qualificazione ai prossimi Europei, contro Ucraina e Macedonia, e le dimissioni di Mancini in direzione Arabia hanno causato un vuoto difficilmente colmabile.
Proprio sulla clausola di “non concorrenza” si gioca la battaglia legale tra Napoli e FIGC.
La Federcalcio è sicura di non poter essere considerata una diretta concorrente e si è detta pronta ad ignorare le richieste economiche del Napoli, scatenando l’ira, giustificata, del presidente De Laurentiis: “tre milioni non sono certo molti per il Napoli, ma la questione nel caso di specie non è di “vil denaro”, bensì una questione di principio, che non riguarda solo il Calcio Napoli, ma l’intero sistema del calcio italiano, che deve spogliarsi del suo atteggiamento dilettantistico per affrontare le sfide guardando al rispetto delle regole delle imprese, delle società per azioni, del mercato. Ma fino a quando si consentirà che la “regola” sia la “deroga” il sistema calcio non si potrà evolvere e continueranno a esserci i casi “Spalletti” come continueranno a esprimersi “autorevoli” commentatori che non conoscono come vada gestita in modo sano un’impresa”.
Dichiarazioni molto forti quelle del presidente del Napoli che ha anche rincarato la dose, ed accusando sostanzialmente di incompetenza la FIGC: “ciò che mi appare più sorprendente è che si arrivi a poche settimane da due gare molto importanti della Nazionale, subendo le dimissioni dell’allenatore Roberto Mancini. A questo proposito sono due le principali considerazioni da fare: non si sanno tenere i rapporti con i propri collaboratori inducendoli alle dimissioni; mancano strumenti giuridici idonei a trattenere gli stessi determinando il rispetto dei contratti sottoscritti anche attraverso la previsione di specifiche penali”.
Punti di vista che sembrano inconciliabili, quelli tra Gravina e De Laurentiis: in caso di annuncio unilaterale di Spalletti come nuovo Ct dell’Italia, il Napoli è pronto a portare Federcalcio e allenatore in tribunale.
L’ennesima teatralissima sceneggiata è pronta ad andare in scena.