L’Italia è oramai spezzata in due dal punto di vista climatico con forti temporali al Nord ed un caldo estremo al sud.
Nella parte settentrionale del Paese alcune zone si sono verificate trombe d’aria e grandinate disastrose, soprattutto tra Lombardia ed Emilia Romagna. In Veneto, dopo Comelico e Cadore, è anche la pianura di Treviso, Padova e Venezia, è stata colpita dal maltempo che ha causato 110 feriti e migliaia di euro di danni. Nel Mantovano si è invece verificata una grandinata anomala che, secondo le prove fotografiche e le parole dei testimoni, ha visto cadere “chicchi grossi come limoni”.
Le estati tropicali ormai hanno preso possesso del Mediterraneo, causando caldo estremo e temporali spaventosi.
Nel frattempo l’arsura non si è ancora dipanata con temperature vicine ai 40°C in tutta la penisola e che, secondo le previsioni, sono destinate a salire ancora, raggiungendo valori compresi tra i 35° e i 45°C, arrivando a raggiungere persino i 48 gradi, in alcune località.
Secondo il bollettino del ministero della Salute, ci sono ben 27 città da bollino rosso con rischi che riguardano la salute di tutta la popolazione. Proprio per questo la cosiddetta “emergenza caldo” è orami diventata uno degli argomenti di maggior dibattito all’interno dei media e delle istituzioni.
Il governo sta considerando di riproporre le procedure semplificate per il ricorso allo smart working e di fornire indicazioni operative alle aziende sulla modifica dei modelli organizzativi per consentire una maggiore flessibilità ai lavoratori che potrebbero essere vittima di malori per via delle temperature estreme che si sono registrate negli ultimi giorni. Tra le ipotesi al vaglio anche turni notturni, orario anticipato o il ricorso alla cassa integrazione a seguito della chiusura temporanea degli ambienti a rischio, soprattutto dopo che, come si è appreso, la situazione potrebbe persino peggiorare: “L’Italia si trova sotto l’influenza di un vasto e robusto anticiclone di origine africana che porta ovviamente tempo stabile e temperature decisamente elevate”, ha dichiarato Francesco Scarponi, uno dei massimi esponenti della nostra Protezione Civile, con anche Confindustria che si è detta disponibile a venire incontro ai lavoratori vista l’emergenza in essere. La palla passa ora al governo, che dovrebbe varare a breve un apposita legislazione in merito.