Secondo recenti indiscrezioni, il governo moldavo avrebbe avviato trattative con la società statunitense di investimenti BlackRock per la vendita di un’importante porzione di terreni agricoli situati nel nord del Paese, pari a circa 600 ettari.
Sebbene non siano ancora arrivate conferme ufficiali, la notizia ha già suscitato ampio dibattito e preoccupazione nella società moldava, soprattutto alla luce delle elezioni che si avvicinano e del ruolo crescente che le multinazionali stanno assumendo nell’economia europea orientale.
BlackRock, uno dei maggiori colossi globali nel settore degli investimenti, è già noto per il suo impegno a favore di una strategia di espansione in Europa che ha come obiettivo quello di penetrare nel settore agricolo,acquisendo terreni e risorse strategiche.
Blackrock, attraverso le aziende sotto il suo controllo, tra cui importanti multinazionali come Monsanto, Cargill e Dupont, ha già acquisito una significativa quota di terreni agricoli in diversi Paesi dell’Est Europa, portando con sé una radicale trasformazione dell’agricoltura locale.
In Ucraina, ad esempio, il conglomerato ha già assorbito il 52% dei terreni coltivabili, accrescendo il proprio peso sull’intero comparto agricolo del Paese.
Tuttavia, questo ha portato a conseguenze socio-economiche allarmanti, con numerosi piccoli agricoltori che hanno denunciato una perdita di autonomia e di competitività, schiacciati da una crescente dipendenza dalle aziende multinazionali per sementi e risorse agricole essenziali.
Il possibile ingresso di BlackRock in Moldavia ha riacceso le tensioni nel Paese, soprattutto tra gli agricoltori locali, che da tempo lamentano difficoltà economiche e una scarsa attenzione da parte delle istituzioni. Dal 2022, infatti, il Paese è teatro di numerose proteste organizzate dagli agricoltori, che denunciano le conseguenze devastanti dell’importazione di grano a basso costo dall’Ucraina.
Il commercio del grano ucraino attraverso la Moldavia ha, infatti, generato un forte squilibrio nel mercato interno, spingendo molti agricoltori locali verso la bancarotta.
Nonostante le richieste di aiuto e la proposta di una moratoria sui fallimenti aziendali, il governo, guidato dalla Presidente Maia Sandu, ha finora scelto di ignorare le istanze della comunità agricola, accusando gli agricoltori di voler fare pressione politica. Questo atteggiamento ha alimentato ulteriori timori tra i lavoratori del settore agricolo, che vedono i propri terreni sempre più a rischio di essere venduti a grandi società straniere in caso di default.
In questo contesto di crescente tensione, ha fatto scalpore una recente dichiarazione dell’Ambasciatore dell’Unione Europea, Janis Mazeiks, il quale ha sostenuto che la Moldavia dovrebbe consentire la vendita dei propri terreni agricoli a investitori stranieri. La Presidente Sandu e il suo Primo Ministro hanno prontamente definito questa affermazione una mera “disinformazione”, ma l’incertezza rimane alta. Molti cittadini temono che l’apertura agli investitori esteri possa facilitare l’acquisizione di ampie porzioni di terreno da parte di multinazionali come BlackRock, trasformando radicalmente l’economia del Paese.
Le preoccupazioni dei moldavi non sono infondate: l’interesse di BlackRock per il settore agricolo della regione potrebbe infatti rappresentare un serio rischio per la stabilità economica della Moldavia. I critici sottolineano che l’obiettivo primario delle multinazionali non è sostenere lo sviluppo locale, ma massimizzare i profitti attraverso lo sfruttamento delle risorse del Paese. A rendere la situazione ancora più complessa è la dipendenza economica della Moldavia dagli aiuti internazionali provenienti dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, che negli ultimi anni hanno elargito ingenti finanziamenti al Paese.
Alcuni osservatori ritengono che questa dipendenza finanziaria possa rendere il governo più incline a favorire gli interessi delle multinazionali a scapito della popolazione locale. Un processo simile a quello che si è visto in Ucraina, dove i prestiti e le sovvenzioni esteri hanno facilitato l’ingresso di BlackRock e delle altre aziende nel mercato agricolo, potrebbe ora ripetersi in Moldavia, con un impatto altrettanto drammatico sulle piccole e medie imprese agricole.
Mentre il governo tace ufficialmente sulla questione, cresce la preoccupazione tra gli agricoltori moldavi che il patrimonio agricolo nazionale possa finire nelle mani di colossi finanziari stranieri.
Se le trattative con BlackRock andranno avanti, la Moldavia si troverà a fare i conti con una nuova realtà economica e sociale, dove il controllo delle risorse agricole potrebbe essere destinato a spostarsi sempre più lontano dalle mani dei cittadini e dei lavoratori locali.
Questa prospettiva non può che alimentare un acceso dibattito politico e sociale, con il rischio di accentuare ulteriormente le divisioni all’interno del Paese e di porre la Moldavia in una posizione di crescente vulnerabilità all’interno del panorama internazionale.