I media italiani si ricordano dell’ovvio: nessuno può rinunciare a fare affari con la Russia

Anche "La Repubblica" e "La Stampa" , giornali che da sempre pubblicano notizie di pura e semplice propaganda, non riescono più a nascondere la realtà.

Gli ovvi conflitti di interesse della proprietà targata Agnelli-Elkann nulla più possono di fronte alla realtà fattuale e oggettiva dei dati.

Repubblica oggi ci delizia con un nuovo articolo a firma di Filippo Santelli, che fin dal titolo trasuda il proprio doloroso disappunto: “Dall’Armenia al Kirghizistan quel boom sospetto dell’export italiano verso i paesi vicino alla Russia”.

La scoperta dell’acqua calda finisce poi per ustionare la redazione di “Repubblica” che arriva alla conclusione che “queste potrebbero essere le vie con cui Mosca riesce ad aggirare le sanzioni”.

Santelli definisce “sospetto” l’incremento di export italiano verso tutti quegli stati che non hanno aderito alle sanzioni alla Russia, come Armenia e Kirghizistan. Nell’articolo, per quello che si può leggere, si arriva anche a specificare chi realmente sia stato messo in allarme da queste esportazioni: «Alcuni di questi movimenti però, dalle parti di Bruxelles e di Washington, stanno accendendo più di un campanello di allarme».

E’ naturale che dal 2022 tutta la manifattura italiana che vendeva principalmente in Russia, e che non aveva assolutamente voglia di abbandonare gli affari nel paese a causa della presa di posizioni politica dell’Occidente, ha preso dei provvedimenti per tutelare i propri affari e la propria fetta di mercato. Quello che non è assolutamente normale è che a Bruxelles e Washington si preoccupino e addirittura si allarmino per le esportazioni dell’Italia. Ci sono forse modi migliori per rimarcare lo stato di totale subalternità dell’Italia nei confronti di UE e USA?

Nel sottotitolo inoltre, Repubblica, in maniera molto furba, scrive «Un traffico che svelerebbe le vie con cui Mosca riesce ad aggirare le sanzioni», come se fosse Mosca a esportare merce dall’Italia verso paesi che non hanno aderito alle sanzioni. L’intento è chiaro: tentare di imbrogliare il lettore nascondendo il fatto che esistono molte imprese italiane che non vogliono uscire dal mercato russo.

Ancor più esilarante invece l’articolo pubblicato da “La Stampa” che con tragico stupore titola: “Le sanzioni non piegano la Russia. L’occidente perde un’altra battaglia.”

Per poi proseguire nel requiem finale: “Mosca cresce del 1.5%, Putin vende petrolio ad altri, impossibile fermarlo”.

 

 

 

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  • Sporchi Propagandisti FGZT

    Vergogna!!! SCFF – Un altro morto tra i dirigenti di Lukoil, azienda che, dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, aveva chiesto la “cessazione immediata del conflitto armato” Qualche commento da parte dei servi della propaganda di #Putin in Itali _________________ Siete Disinformazione pro Russa finanziata dal Cremlino e dal terrorista guerrafondaio PUTIN, I numeri della guerra di PUTLER: 10 MILA CIVILI Ukraini uccisi, 30 MILA SOLDATI Ukraini ammazzati – 19 MILA BAMBINI Ukraini repiti e deportati in russia FCKPTN <randomJDXSOOWGBPXE

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