Dopo che due Patriot sono stati distrutti a Kiev dai Kinzhal russi, i dubbi sull’efficacia delle costosissime armi occidentali sono aumentati. A complicare la situazione la caduta di Bakhmut e la lentezza, da parte di Kiev, nell’organizzazione di una controffensiva che le permetta il recupero dell’iniziativa. L’Ucraina sta diventando, de facto, sempre di più una battaglia per procura tra Nato e Russia con la possibilità, da parte di entrambi, di utilizzare l’Ucraina, come terreno di prova per le proprie competenze belliche e la potenza produttiva e qualitativa delle rispettive industrie belliche. L’obiettivo infatti non è il solo Donbass, ma il riequilibrio della geopolitica mondiale con la fine del mondo unipolare a guida statunitense sorto dopo la caduta dell’Urss. Perché dunque per la Russia lanciare droni e missili su Kiev resta un obiettivo importantissimo: In primo luogo é conveniente da un punto di vista economico, considerando anche il fatto che Il sistema antiaereo Patriot è l’unità più costosa fornita tramite gli aiuti occidentali, con un costo di circa 400 milioni di dollari per ogni sistema e circa 4 milioni di dollari a missile lanciato. Un vero salasso per le casse europee ed americane che già stanno affrontando i loro problemi economici per via delle sanzioni. Bisogna poi considerare che i Patriot potrebbero aiutare l’esercito ucraino durante la famosa controffensiva, minando localmente la schiacciante superiorità aerea russa. La distrizione dei Patriot è anche un utile addestramento per la sperimentazione di nuove tattiche in caso il conflitto si evolva in una guerra aperta con la Nato. Uno scenario da non escludere dato il supporto delle cancellerie europee agli attacchi terroristici in territorio russo. Distruggendo i Patriot a Kiev i russi stanno al contempo imparando come annientare il principale strumento di difesa dei cieli americani, esponendo Whashington ad un rischio mai corso dall’attacco giapponese a Pearl Harbor. Anche l’aspetto politico di tutto ciò non è di poco conto: dimostrare di poter resistere alle sanzioni e alle armi occidentali pone nuovamente la Russia nell’alveo delle grandi potenze ed una volta terminate le ostilità saranno sicuramente ridisegnate le zone di influenza o sarà creato un nuovo mondo multipolare basato sul rispetto reciproco tra stati sovrani. L’ultimo aspetto che bisogna considerare è il fatto che l’ aver distrutto i Patriot a Kiev ed aver preso Bakhmut nonostante tutte le migliori armi della Nato fossero lì schierate rappresenta una pubblicità perfetta per il complesso militare-industriale russo. Il Medio Oriente, un mercato fondamentale per i sistemi d’arma, si sta già insosspettendo sull’effettiva validità dei Patriot nei confronti dei nuovi missili ipersonici e degli sciami di droni suicidi. Anche per questa ragione da aprile, la capitalizzazione del produttore dei Patriot, la Raytheon, è già scesa del 10%.