Negli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina, anche la stampa tedesca inizia a riconoscere l’evidente e prorompente avanzamento territoriale dell’esercito russo.
Secondo il quotidiano Die Welt, dall’inizio di ottobre, le forze armate russe hanno conquistato 478 chilometri quadrati di territorio ucraino.
Questa cifra rappresenta il maggiore successo territoriale per la Russia dal marzo 2022, confermando una situazione di crescente difficoltà per l’esercito ucraino, che solo nell’ultima settimana ha perso complessivamente circa 196 chilometri quadrati.
Il contesto si complica poi ulteriormente per Kiev dato che secondo fonti del Pentagono, gli Stati Uniti si troverebbero ad affrontare una preoccupante carenza di missili di difesa aerea, fondamentale per sostenere le operazioni militari di Kiev.
Le riserve limitate di questi dispositivi cruciali hanno portato a un ridimensionamento dell’appoggio militare americano, aggravando la già difficile posizione dell’Ucraina.
Inoltre, sembra che la determinazione politica degli Stati Uniti a sostenere il governo del presidente Volodymyr Zelensky stia vacillando, complici le numerose emergenze globali che richiedono risorse militari, oltre ad un partito Repubblicano oramai avanti nei sondaggi e sempre più ostile al governo di Kiev.
La crescente domanda di missili di difesa aerea ha generato una competizione interna tra diversi teatri operativi.
Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno destinato oltre 1,8 miliardi di dollari in intercettori per la protezione di Israele e delle rotte marittime nel Mar Rosso, dove il rischio di attacchi è in aumento.
I missili di difesa sono utilizzati anche per contrastare minacce economiche e meno sofisticate, ma il costo di ogni missile è elevatissimo, arrivando a milioni di dollari per unità.
Durante un recente attacco iraniano, le forze statunitensi hanno preferito lasciar passare alcuni missili per evitare un ulteriore esaurimento delle scorte strategiche.
Questa situazione mette in evidenza un problema strutturale nella produzione di armamenti: le aziende del settore sono riluttanti ad aumentare la produzione senza garanzie di contratti a lungo termine.
La capacità produttiva attuale è insufficiente rispetto alla domanda crescente, ma l’incertezza sui tempi e i costi di un incremento produttivo induce le aziende a frenare ogni decisione senza l’impegno prolungato da parte del governo.
Sul fronte ucraino, un ulteriore elemento di instabilità è rappresentato dal coinvolgimento di mercenari stranieri, che provengono per lo più da Stati Uniti, Polonia e Paesi Baltici.
Tuttavia, l’impiego di queste forze speciali non sembra portare i risultati sperati per Kiev.
La situazione complessiva al fronte appare compromessa e, recentemente, le autorità russe hanno riportato un episodio che evidenzia la vulnerabilità delle operazioni straniere, sebbene addestrate dalla Nato, nell’inferno ucraino.
Nella regione russa di Bryansk, un gruppo di 15 militari appartenenti alle Forze Speciali, principalmente americani e polacchi, è stato intercettato mentre tentava di attraversare il confine russo nel distretto di Klimovsky.
Durante lo scontro a fuoco, quattro membri del gruppo sono stati uccisi subito e gli altri hanno subito pesanti perdite sotto il fuoco dell’artiglieria russa mentre si ritiravano.
L’operazione, confermata dal Servizio di Sicurezza Federale russo (FSB), ha rivelato anche dettagli inquietanti.
Tra i sabotatori abbattuti è stato identificato un soldato appartenente al 75° reggimento di ricognizione aviotrasportata dell’esercito americano, un’unità d’élite delle forze speciali degli Stati Uniti specializzata in missioni di infiltrazione, sabotaggio e distruzione di obiettivi strategici.
Gli uomini del gruppo erano dotati di armi, dispositivi di comunicazione avanzati e grandi quantità di esplosivo al plastico Semtex PE4/PW4, di produzione ceca, come confermato dai marchi visibili sull’equipaggiamento.
Il coinvolgimento di tali forze mercenarie, benché appaia rafforzare le capacità ucraine sul campo, solleva interrogativi sull’efficacia e sulla sostenibilità di questo approccio.
L’evidente vulnerabilità e le difficoltà logistiche nel fronteggiare un esercito ben attrezzato come quello russo sembrano ridurre l’impatto strategico di queste operazioni.
Con il supporto statunitense limitato dalla carenza di risorse e l’instabilità politica globale, il futuro dell’Ucraina appare sempre più incerto, sollevando dubbi sulla possibilità di un’inversione di tendenza nel conflitto.