La diga di Novaya Kakhovka è stata distru

Decine di migliaia di sfollati, diversi centri abitati sono stati completamente sommersi.

Secondo quanto inizialmente reso noto dalle autorità locali (filorusse) la parte superiore della diga è stata danneggiata da proiettili di artiglieria, ma lo sbarramento non era stato del tutto  distrutto, fin quando successivamente la pressione dell’acqua ha causato lo sfondamento di tre paratie. Secondo il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Usa John Kirby a causa dell’inondazione si sarebbero verificati “numerosi morti”. Secondo quanto riportato dal Ministero degli Esteri del Paese la Russia ha chiesto alla comunità internazionale di “condannare l’atto criminale delle autorità ucraine” contro la diga di Kakhovka. 

Su richiesta della Russia e dell’Ucraina (sostenuta dagli Stati Uniti)  alle ore 22 si svolgerà una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere della situazione in corso che si aggrava sempre di più per via dell’ampio numero di sfollati in una zona già devastata dalla guerra. Sempre la Russia, tramite le parole della Portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha attaccato duramente l’Onu accusando l’organizzazione: “Fin dal 21 ottobre dell’anno scorso la Russia aveva avvertito il segretario generale dell’Onu dei piani del regime di Kiev di distruggere la centrale idroelettrica di Kakhovka. Domanda per il segretario generale: cosa è stato fatto?”.

Una prova considerevole della denuncia del Ministero degli Esteri russo è la lettera che fu a quel tempo inviata dal rappresentante permanente di Mosca alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya. “Le forze ucraine – scriveva Nebenzya – valutano la possibilità di far passare mine d’acqua lungo il corso del Dnepr oppure di compiere un attacco missilistico. Un tale attacco da parte dell’Ucraina porterà ad un’inondazione catastrofica dei territori limitrofi e a danni irreparabili per la città di Kherson. Il prezzo possono essere le vite di migliaia di incolpevoli cittadini. Esorto con forza a fare tutto il possibile per evitare questo tremendo crimine”, concludeva la lettera di Nebenzya. Uno scenario che oggi si è tristemente verificato.

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