Sale, ancora una volta, la tensione tra Stati Uniti e Cina e lo stretto di Taiwan continua ad essere il principale luogo di scontro tra le due superpotenze. Pechino rivendica da sempre l’isola di Taiwan come parte del proprio territorio, essendo la “Repubblica di Cina” uno stato a riconoscimento limitato e non parte delle Nazioni Unite. Seguendo la logica cinese e il diritto internazionale lo Stretto di Taiwan dovrebbe far parte della sua zona economica esclusiva, mentre gli Stati Uniti e i suoi alleati del Pacifico e non solo (anche l’Italia ha inviato lì una sua portaerei) navigano e sorvolano regolarmente quella zona proprio per sottolineare che le acque sono ancora internazionali e non cinesi. In questo delicato contesto è avvenuto l’ennesimo incidente. Non è infatti un caso che nel video rilasciato dalla marina americana si può vedere chiaramente vedere la nave da guerra di Pechino che attraversa il percorso del Chung-Hoon tagliare la strada a prua alla nave americana ad alta velocitá, si sente poi una voce in inglese, che apparentemente invia un messaggio radio alla nave cinese, mettendo in guardia contro “tentativi di limitare la libertà di navigazione”. Per evitare lo scontro il cacciatorpediniere americano è stato poi costretto a cambiare rotta. Le ragioni per cui il conflitto tra Cina e Usa non è ancora divenuto “caldo” risiedono in diversi fattori: in primo luogo l’interdipendenza economica tra Cina e Occidente che resta elevatissima, in seguito il fatto che qualsiasi danno alle fabbriche produttrici di chip situate a Taiwan causerebbe una crisi irrisolvibile per le catene produttive e le economie globali, ed infine dalla deterrenza nucleare che rimane un ostacolo a qualsiasi tentativo di guerra tra potenze.