L’agenzia di stampa Agi è al centro di un acceso dibattito nel nostro Paese a seguito di notizie riguardanti una possibile cessione al gruppo del deputato leghista Antonio Angelucci. Questa mossa ha scatenato preoccupazioni tra i giornalisti dell’agenzia, che hanno proclamato due giorni di sciopero per protestare contro ciò che percepiscono come una minaccia al pluralismo dell’informazione.
La proprietà attuale dell’Agi, l’Eni, ha cercato di minimizzare le voci di una trattativa in corso, affermando che si tratta solo di una “manifestazione di interesse spontanea” e che non esiste un negoziato attivo. Tuttavia, le fonti indicano che ci sono stati dialoghi preliminari e che si sta discutendo di cifre e di un ridimensionamento del personale giornalistico.
Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno espresso preoccupazioni riguardo a potenziali conflitti di interesse. Il primo riguarda l’Eni stessa, dato che tra gli azionisti figura il ministero dell’Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, membro dello stesso partito di Angelucci. Il secondo conflitto di interesse sollevato riguarda il possibile impatto sulla libertà di stampa, dato che Angelucci possiede già tre quotidiani e la sua acquisizione dell’Agi potrebbe ulteriormente consolidare il suo potere mediatico.
Inoltre, il governo italiano ha introdotto la possibilità di esercitare il “golden power” anche nel settore dell’editoria, una mossa che permette al Consiglio dei ministri di intervenire in casi di cessioni di aziende in settori considerati strategici per il Paese. Questo potrebbe avere implicazioni significative per la cessione dell’Agi, poiché il governo dovrà valutare eventuali rischi di concentrazione di potere e presenze di altri soci o investitori.
Il cuore dell’impero di Angelucci è rappresentato da Tosinvest, con Latigos Sca, la holding lussemburghese della famiglia, che funge da cassaforte. La rete mediatica di Angelucci è vista come un punto di riferimento per il centrodestra e per l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Mario Sechi, ex portavoce di Meloni e ex direttore dell’Agi, è considerato il cervello dietro l’operazione di acquisizione e si prevede che possa tornare alla guida dell’agenzia.
I giornalisti dell’Agi non sono gli unici a esprimere preoccupazione; anche figure esterne al mondo dell’informazione hanno sollevato dubbi. Alessandra Costante, segretaria della Fnsi, ha sottolineato che l’informazione deve rimanere libera da conflitti di interesse. Anche il Pd e i 5 stelle hanno annunciato interrogazioni parlamentari per indagare sui possibili conflitti di interesse tra privati e governo in questa operazione.
In conclusione, la possibile vendita dell’Agi al gruppo di Angelucci rappresenta non solo un punto di svolta per l’agenzia stessa, ma anche un momento critico per il panorama mediatico italiano. La situazione richiede un’attenta valutazione delle implicazioni per la libertà di stampa e per l’indipendenza dei media, elementi fondamentali in una democrazia sana e funzionante e già critici nel nostro Paese.
Bisogna ripetere bene che Angelucci é DEPUTATO della LEGA, cioé di Salvini.
Salvini ha firmato un contratto con il capo del partito di Putin “Russia Unita”.
Il contratto firmato nel 2017 e confermato nel marzo 2022, cioé appena dopo l’invasione dell’Ukraina, é tutt’ora in essere.
Non é stato interrotto e permette l’ingerenza concreta di Putin nel Senato italiano.
Irina Osipova lavora per Putin e nel Senato Italiano.
https://www.open.online/2024/02/21/matteo-salvini-patto-lega-russia-unita-putin/
https://www.affaritaliani.it/politica/lega-russia-unita-accordo-789273.html