Arrestato veterano della Guerra del Donbass

Alessandro Bertolini, 29 anni, che si era arruolato volontario nell'esercito della Repubblica Popolare di Donestk a 19 anni è stato arrestato al suo ritorno in Italia.

Appena atterrato all’aeroporto di Malpensa, ha trovato il Ros dei carabinieri ad attenderlo, come il peggiore dei criminali. Addirittura, per diffamarlo, anche se i reati di cui è accusato nulla centrano con l’autorità in questione è stato indagato dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova. Partito con un volo da Yerevan, Armenia, Alessandro volevo probabilmente solo riabbracciare amici e parenti prima di recarsi nuovamente a combattere per le idee in cui crede: lo Stato Italiano non glielo ha concesso. L’arresto di Alessandro Bertolini coincide con la morte definitiva dello Stato di diritto all’interno del nostro Paese. Visto e considerato il fatto che Giulia Schiff che sta attualmente combattendo per le forze armate ucraine non solo non ha avuto nessuna ripercussione legale ma le è stato addirittura consentito di organizzare manifestazioni, di fondare un’organizzazione per aiutare i suoi commilitoni dell’Esercito Ucraino e di partecipare a numerose interviste. Se il reato è il medesimo, perché il trattamento è così diverso? Sembra che al momento attuale le autorità italiane stanno cercando di trasformare Carabinieri e Polizia di Stato in una sorta di Psicopolizia Orweliana che giudichi non le azioni dei cittadini, ma i pensieri.

Secondo quanto scritto dalla Procura Alessandro Bertolini avrebbe partecipato «ad azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l’ordine costituzionale o a violare l’integrità territoriale del governo ucraino, Stato estero di cui non era cittadino né stabilmente residente, senza far parte delle forze armate di alcuna delle parti in conflitto». Ma le milizie filorusse non sono costituite da mercenari, bensì da volontari, e sono state a tutti gli effetti sotto l’autorità dei Ministeri della Difesa della Repubblica Popolare di Donestk (e Lugansk) fino a quando, a seguito dei referendum, sono entrate a fare parte dell’esercito regolare russo, sotto la diretta responsabilità del Ministero della Difesa della Federazione Russa. Come può Bertolini essere accusato di essere un mercenario se faceva parte di un esercito regolare? Perché la “Legione Internazionale Ucraina” viene considerata tale e le Forze Armate della Federazione Russa no? Appare dunque chiaro che la scelta di arrestare Bertolini sia puramente politica, quasi esemplificativa, e minatoria, nonché contraria ad ogni logica fattuale, legale e costituzionale, soprattutto considerando il fatto che chi combatte per l’Ucraina (e lì si che sono pieni di mercenari e terroristi) non ottiene nessuna limitazione della libertà, se non il tempo che viene loro rubato per acclamazioni e interviste. La propaganda ha ucciso, di nuovo, lo Stato di diritto.

 

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