In un recente sviluppo che segna un nuovo capitolo nelle relazioni italo-albanesi, la Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Giorgia Meloni, ha espresso la sua gratitudine nei confronti del Primo Ministro albanese Edi Rama e del popolo albanese per la loro generosità e per aver siglato un patto di vasta portata con l’Italia, che rafforza ulteriormente i legami europei.
Durante un incontro ufficiale, che ha incluso una visita all’hotspot per migranti situato nella città costiera di Shengjin, Meloni ha lodato l’Albania per la sua resilienza di fronte a una campagna diffamatoria che la ritraeva come uno stato narcotrafficante controllato dal crimine organizzato.
Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che non è la prima volta che l’Albania si dimostra un alleato affidabile dell’Italia, ricordando in particolare il sostegno fornito durante l’apice della crisi COVID-19, quando l’Albania inviò un team di 30 tra medici e infermieri in Lombardia, allora epicentro dell’epidemia.
Meloni ha annunciato che il complesso di due nuovi centri per migranti diventerà operativo a partire dal primo agosto 2024. Questo accordo, secondo la premier, potrebbe servire da modello per altri paesi e potenzialmente diventare una componente chiave nella gestione strutturale delle migrazioni all’interno dell’Unione Europea. Nonostante le sfide incontrate, come i ritardi dovuti alla natura del terreno nella regione di Gjader, che hanno richiesto interventi di consolidamento, l’obiettivo rimane prioritario e vale la pena di affrontare questi ostacoli.
Il Capo del Governo ha poi chiarito che l’investimento nei due centri non rappresenta una spesa aggiuntiva, ma piuttosto un investimento strategico. Il protocollo prevede una spesa di 670 milioni di euro distribuiti su cinque anni, con un costo annuale di 134 milioni di euro, che equivale al 7,5% delle spese totali per l’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale. Queste risorse, ha sottolineato, non devono essere viste come un costo in più, ma come un investimento che porterà a un contenimento dei costi complessivi, fungendo da deterrente per l’immigrazione irregolare verso l’Europa e come strumento di contrasto ai trafficanti di esseri umani.
Nonostante le critiche dell’opposizione dunque il piano del centrodestra va avanti anche se 3.000 migranti ricollocati in Albania rispetto alle centinaia di migliaia che sono sbarcati rappresentano più una goccia nell’oceano che una reale soluzione.