Cosa si è deciso alla Cop sul clima di Dubai?

Dall'Italia 130 mln euro al Fondo per i paesi vulnerabili istituito dalla Banca Mondiale.

I grandi del mondo tornano ad incontrarsi per porre freno al riscaldamento globale, un tema divenuto tanto dibattuto e controverso quanto attuale.

 

In questa occasione Giorgia Meloni, il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, ha avuto anche un breve colloquio con il Presidente del Libano Najib Miqati dove sono impegnati anche i militari dell’esercito italiano in una missione di interposizione e peace keeping tra Israele ed Hezbollah.

 

L’incontro voleva essere un occasione per forzare una mediazione in Medio Oriente, in un desiderio di pace che è essenziale per l’Italia per tentare di arrestare la crisi migratoria e la destabilizzazione della regione.

 

In quest’ottica Meloni ha anche aumentato la pressione sul presidente turco Erdogan chiedendogli apertamente di mediare tra Israele e Palestina per giungere ad un cessate il fuoco permanente.

 

Nonostante il totale appiattimento dell’ Italia al patto atlantico, il monitoraggio ravvicinato e la pressione degli Stati Uniti e della Nato per il nostro Paese le buone relazioni con i paesi arabi restano storicamente una priorità assoluta, soprattutto per le Agenzie di Intelligence e gli apparati di sicurezza e militari italiani che da sempre si pongono come mediatori tra le ambizioni della Nato e i popoli arabi, fin dalla guerra fredda.

 

Proprio per questo motivo il nostro Paese non ha praticamente mai subito un attentato terroristico di matrice islamista nonostante il grande numero migranti illegali di fede mussulmana presente sul nostro paese.

 

Sempre nell’ottica del nuovo “Piano Mattei” , lo storico presidente dell’Eni ucciso in circostanze misteriose probabilmente dai servizi segreti statunitensi, Meloni ha parlato, di come garantire la sicurezza alimentare ai paesi poveri ed africani dovrebbe essere una priorità per l’Italia soprattutto per contrastare l’estremismo, l’instabilità e la tratta degli esseri umani di cui è vittima l’ Africa e che sfocia nel ben noto problema dell’immigrazione illegale sulle coste italiane.

 

La cooperazione italiana con la FAO, l’ organizzazione ONU per l’agricoltura ed il contrasto alla fame nel mondo, in questo senso ha dato sempre esisti abbastanza positivi, anche se il soft power reale italiano non ne ha beneficiato né tantomeno si è davvero riusciti a porre un freno all’immigrazione illegale.

 

In questo senso l’appartenenza dell’ Italia alla Nato pregiudica necessariamente i suoi interessi in Africa e nel Mediterraneo, sia per una mancanza di indipendenza decisionale, sia perché l’ allenza Atlantica si basa esclusivamente sugli interessi di Usa e Gran Bretagna che vedono in Russia e Cina i principali avversari, facendo si che la Nato sia totalmente sorda innanzi alle richieste italiane.

 

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