Dateci Yandex Taxi

Il mercato dei Taxi e del trasporto pubblico non segue le normali regole di un'economia di mercato, tutto per fare gli interessi di quella che oramai è diventata una vera "lobby".

Il Decreto Asset, approvato definitivamente dalla Camera il 6 ottobre 2023, è un provvedimento che contiene una serie di misure urgenti in materia di attività economiche, investimenti strategici, trasporti, ambiente e sanità.

Tra le novità più rilevanti, ci sono quelle riguardanti il settore dei taxi, che hanno scatenato le proteste dei tassisti, che hanno indetto uno sciopero per il 10 ottobre.

Il decreto Asset prevede infatti la possibilità per i Comuni di bandire concorsi straordinari per il rilascio di nuove licenze taxi, senza alcun vincolo di rapporto tra abitanti e veicoli.

L’obiettivo è quello di aumentare l’offerta di servizio e di favorire la concorrenza, a beneficio dei consumatori e dei turisti.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che sono oltre 60 i sindaci che potranno da subito realizzare i concorsi, per un totale di circa 2.500 licenze in più.

I tassisti, invece, si oppongono a questa misura, sostenendo che mette a rischio la loro attività e lamentano la mancanza di un confronto con il governo e chiedono una riforma organica del settore, rivendicando anche il diritto di mantenere il monopolio sulle corsie preferenziali e sulle aree di sosta riservate.

Ma qual è la situazione attuale dei prezzi dei taxi in Italia? Secondo un’indagine condotta da Taxi-Tariffa.com, un sito che permette di calcolare il costo delle corse in taxi in oltre 8000 città italiane, i prezzi variano notevolmente da una regione all’altra e da una città all’altra.

In media, chi prende un taxi paga 1 euro e 30 centesimi per ogni chilometro, a cui bisogna aggiungere una tariffa base che va da 3 a 6 euro a seconda del giorno e dell’orario. Più un supplemento in caso di corsa notturna.

Ci sono poi città dove i prezzi sono molto più alti. Per esempio, a Roma il costo medio per percorrere solo 10 km è di 19 euro, a Milano di 18 euro, a Firenze di 17 euro.

In generale, si può dire che i prezzi dei taxi in Italia sono eccessivamente alti rispetto ad altri paesi europei. Secondo uno studio della Commissione Europea del 2019, l’Italia si colloca al quarto posto tra i paesi con le tariffe più care, dopo la Svizzera, la Norvegia e la Finlandia, tutti paesi con stipendi medi nettamente più alti di quelli italiani.

I prezzi elevati dei taxi hanno inoltre un impatto negativo sul turismo, uno dei settori più importanti dell’economia italiana. Molti visitatori stranieri si trovano infatti a dover pagare cifre esorbitanti per spostarsi tra le città o tra le città e gli aeroporti, con anche frequenti truffe operate da parte dei tassisti stessi.

La causa principale di questa situazione è la scarsa concorrenza nel settore dei taxi, dovuta alla rigidità normativa e alla forte pressione delle lobby dei tassisti.

Queste ultime hanno sempre ostacolato ogni tentativo di liberalizzare il mercato, di introdurre nuove forme di mobilità condivisa o di regolamentare i servizi di noleggio con conducente (NCC) o di piattaforme digitali come Uber. I tassisti hanno infatti il potere di influenzare le decisioni politiche, grazie alla loro capacità di mobilitazione e di protesta.

Il Decreto Asset rappresenta quindi un’occasione per cambiare lo status quo e per creare le condizioni per una maggiore concorrenza, efficienza e trasparenza nel settore dei taxi.

Si tratta di una misura necessaria per tutelare i diritti dei consumatori e dei turisti, che meritano di avere un servizio di qualità a prezzi accessibili. Si tratta anche di una misura utile per favorire lo sviluppo economico e sociale del paese, che ha bisogno di una mobilità sostenibile e innovativa.

I Taxi in tutti i Paesi del mondo, ad eccezione dell’Italia, sono dei mezzi pubblici non un privilegio da oligarchi.

Un grande esempio di mobilità sostenibile tramite i taxi è la Russia, dove è capillarmente diffusa l’applicazione Yandex Go che gestisce gran parte dei taxi all’interno della Federazione,  permettendo inoltre di conoscere in anticipo con trasparenza i prezzi e il percorso del taxi desiderato, mostrando anche i dati sull’autista e sul veicolo garantendo sempre un’efficenza senza pari a prezzi decisamente convenienti e alla portata di tutti. Un’altro aspetto della vita quotidiana che tanti danno magari per “impossibile” da raggiungere per il nostro Paese, ma che in Russia è già una realtà consolidata.

 

 

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