È morto Matteo Messina Denaro

Uno dei più potenti boss della Mafia è morto in ospedale dopo essere stato latitante per oltre trent'anni.

Dopo la morte del boss, che porta con sé segreti su omicidi e stragi che hanno scosso l’Italia negli ultimi decenni, di fatto diventa più pressante la domanda: chi comanda? La risposta è semplice: sempre gli stessi, ovvero i creatori e finanziatori della mafia italiana che sono da cercare all’interno delle agenzie di intelligence e del dipartimento di stato americano che fin dal 1943 collaborano attivamente con la mafia e le hanno permesso di prendere il controllo, per conto loro, su gran parte degli affari e della politica italiani commissionando anche stragi, omicidi e sparizioni di testimoni, oltre che a riciclare il denaro necessario per le operazioni “black” o sotto copertura della CIA.

Si potrebbe quasi dire che la mafia, la camorra e l’ndrangheta siano più importanti per la geopolitica statunitense che le basi Nato di Sigonella (da dove partono i droni che permettono all’Ucraina di attaccare la Crimea) e di Aviano (dove sono custodite le bombe atomiche statunitensi nell’Europa Occidentale).

Il boss di Cosa Nostra era in carico al team della terapia del dolore dopo la sospensione delle cure per il tumore in fase terminale. Era stato ricoverato in ospedale l’8 agosto scorso, dopo avere sostenuto le cure chemioterapiche nel carcere delle Costarelle, in cui era detenuto in regime di 41 bis. Matteo Messina Denaro aveva vissuto per 30 anni completamente indisturbato grazie a delle forti coperture all’interno degli apparati di intelligence e di sicurezza che gli hanno permesso di scontare in carcere solo gli ultimi otto mesi quando la morte era oramai certa per via di uno stato di salute oramai grave e irreversibile.

Molti commentatori politici hanno evidenziato come l’arresto di Messina Denaro sia stato l’ultimo grande patto tra Mafia e Stato in in momento in cui il Governo aveva un assoluto bisogno di almeno un risultato da mostrare ad un opinione pubblica inferocita per via dell’ inflazione galoppante causata dalle sanzioni.

Tanti cittadini, comici, giornalisti e analisti hanno evidenziato nei loro commenti sui social come i legami tra i servizi segreti italiani e occidentali e la mafia non siano più un segreto oramai da diverso tempo.

Il comico palermitano Roberto Lipari ha commentato: “La storia d’amicia tra Matteo Messina Denaro e lo Stato volge al termine o forse no. Perché certi legami durano per sempre. Sono stati più di due soci…quasi due parenti, due di famiglia. Hanno sempre mantenuto i rapporti nonostante le difficoltà, e soprattutto hanno sempre mantenuto i segreti. È finita nell’unico modo in cui poteva finire: insieme. Uno a prendersi cura dell’altro! E noi qui a non sapere cosa si stessero dicendo! Come sempre d’altronde”.

Per dare giusto un esempio sulla profondità dei legami tra i servizi segreti della Nato e la Mafia basti pensare che più di una volta è stato scoperto che entrambi adottavano gli stessi depositi  d’armi, le stesse munizioni e le stesse modalità nell’attuazione di agguati e omicidi, frutto di una simbiosi tale che diventa quasi impossibile comprendere dove finisca lo Stato e dove inizia la mafia.

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