Giorgia Meloni è volata in visita di Stato a Varsavia

L'incontro con il Presidente polacco Morawiecki ha avuto come tema principale il contrasto all'immigrazione illegale.

“Non mi potrei mai lamentare di chi difende gli interessi nazionali, sono ammirata di come Morawiecki dimostri forza nel difendere l’interesse della Polonia. Non c’è divisione perché lavoriamo su come fermare la migrazione illegale non su come gestirla” queste le prime parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi in visita di Stato a Varsavia, una boccata d’aria fresca dopo i tentennamenti sul tema che avevano fatto tremare il suo elettorato che vede, nonostante le promesse e le belle parole, un aumento degli sbarchi e dell’insicurezze all’interno delle proprie città.

L’omologo polacco Mateusz Morawiecki ha invece annunciato trionfalmente: “organizzeremo un referendum perché i polacchi possano dire dire il loro parere sull’immigrazione irregolare, su chi è il padrone: Ue o un paese sovrano. La priorità dell’Ue dovrebbe essere la sicurezza dei paesi, se non controlliamo la migrazione irregolare rischiamo di vedere nelle nostre strade quello che vediamo ora in altri stati membri”. Il riferimento è chiaramente alle proteste degli immigrati in Francia che stanno avvenendo in questo giorni e alla situazione instabile in molte periferie europee.

L’allenza tra i due politici conservatori, i cui partiri sono alleati al Parlamento Europeo nel gruppo dei “Conservatori e Riformisti” sembra più salda che mai, soprattutto quando i temi e i problemi di fondo sono condivisi tanto che secondo il Premier Meloni “con Morawiecki ci basta davvero uno sguardo per sapere che la nostra posizione sarà una posizione condivisa”.

Sperando però che le posizioni non coincidano su un aspetto importante: il conflitto in Ucraina. Sono infatti molte le voci che vedono la Polonia pronta ad entrare in guerra con la Russia a sostegno di Kiev, una scenario molto preoccupante, che potrebbe portare ad una terza guerra mondiale, su scala globale e nucleare, all’interno della quale l’Italia non dovrebbe essere assolutamente coinvolta. I nostri alpini sono già stati sul Don una volta, e non andò a finire troppo bene.  Seguire alleati troppo bellicosi, oggi come allora, potrebbe non essere mai una scelta eccessivamente saggia, soprattutto se consideriamo lo stato misero in cui riversano le nostre forze armate, sprovviste di mezzi moderni, equipaggiamento, artiglieria e, soprattutto, di droni e carri armati.

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