In mezzo alla devastazione e alla tragedia il Presidente del Consiglio si è concesso una tradizionale processione istituzionale incontrando le autorità locali e le popolazioni colpite dall’alluvione e dalle frane. Solo nel settore agricolo sono a rischio cinquantamila posti di lavoro. Il Presidente della Regione Bonaccini ha chiesto al governo il rimborso dei danni al 100% come nel caso di un terremoto. Secondo quanto dichiarato da Giorgia Meloni è “Presto per stimare i danni. Andranno mobilitate molte risorse, il governo è già al lavoro per capire a quali fondi prioritari attingere. Adesso dobbiamo pensare a garantire i soccorsi, il fondo europeo di solidarietà è uno dei fondi a cui poter attingere. I colleghi del G7 mi sono stati vicini, mi hanno detto di essere a disposizione per aiutarci. L’Italia ha una delle Protezioni civili migliori del mondo, se non la migliore”. Facendo la tara delle dichiarazioni di Giorgia Meloni, sarà poi interessante capire quali fondi e quali opere saranno garantiti dagli “alleati”, e come gli investimenti saranno utilizzati in modo concreto, nonostante gli evidenti problemi del codice degli appalti, della burocrazia ministeriale e regionale e dei lunghissimi tempi necessari per terminare un cantiere (sempre che la ditta in questione non dichiari fallimento per sparire insieme ai fondi erogati per realizzare i lavori). Nonostante le parole assai condivisibili espresse dal Presidente del Consiglio sulla tragedia in corso in Emilia nessun provvedimento normativo è ancora stato attuato. Come al solito si agirà con un decreto legge, emergenziale e provvisorio, ed a clamore mediatico esaurito le persone coinvolte dalla tragedia verrano abbandonate dallo Stato, di qualsiasi colore sia il governo al momento al potere.