Il governo interviene sul reato di abuso d’ufficio

L' esecutivo valuta l'abolizione del reato di abuso d'ufficio per agevolare il lavoro della pubblica amministrazione e degli amministratori locali.

Giorgia Meloni e il ministro della giustizia Carlo Nordio stanno mettendo al vaglio una riforma, o addirittura una completa abrogazione del reato di abuso d’ufficio che secondo il nostro codice penale all’ articolo 323 stabilisce che: “Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizioche, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità”.

Secondo l’esecutivo la paura di incappare in procuratori forcaioli contribuirebbe alla sempre crescente “paura di decidere” da parte degli amministratori locali che si rivela decisiva nel rallentare i lavori pubblici e le decisioni politiche delle realtà quali comuni, provincie e regioni, allo stesso tempo i bandi per l’ assegnazione delle opere pubbliche e il regolare lavoro della pubblica amministrazione sarebbe inficiato da una norma che appare, secondo l’ esecutivo, estremamente stringente.

Per questo motivo ora è al vaglio un’ abrogazione che però viene apertamente osteggiata sia dalla magistratura, in particolare i procuratori della pubblica accusa, sia da parte delle opposizioni, i quali ritengono, non del tutto a torto, che la totale abolizione della norma possa spianare la strada alla già dilagante corruzione e portare ad un ulteriore sperpero di denaro pubblico che andrebbe infine ad arricchire le mafie.

Al contrario la maggior parte dei sindaci e dagli amministratori locali si è schierata a favore dell’abolizione del reato.

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