Il 2024 sarà un anno di elezioni in tutto il mondo e saranno chiamati a votare ben 4 miliardi di persone, in oltre 76 paesi diversi. Oltre alle elezioni europee ed americane che si giocheranno sul filo del rasoio e che contribuiranno ad alimentare la già crescente tensione sociale in occidente, sono previste elezioni anche in Russia, dove è invece già praticamente certa la ri-elezione di Vladimir Vladimirovic Putin per un altro mandato presidenziale, che in Russia dura ben 6 anni.
Gli Italiani verranno invece chiamati alle urne sia per le elezioni regionali, che eleggono i governatori delle regioni, e che oltre ai presidenti vedeno l’ elezione dei consiglieri/deputati dei consigli regionali (il ruolo è il medesimo, ma la denominazione cambia in base al singolo statuto regionale in base alle disposizioni costituzionali in materia di autonomia regionale e istituzione delle regioni a statuto speciale).
Se per le elezioni europee appare ovvio che ad emergere saranno solo i partiti tradizionali con la vera sfida che si giocherà poi a livello europeo dove i conservatori, i popolari e gli identitari dovranno riuscire a trovare un accordo in grado di fermare la follia verde e gender fluid portata avanti da Verdi, Socialisti e liberali, le elezioni a livello locale ci potranno dare invece una panoramica più realistica sul reale orientamento dell’opinione pubblica e sulle reali prospettive politiche che interesseranno il nostro Paese.
La situazione attuale è rappresentata da un complesso gioco di partiti di sistema e da una galassia di partiti e movimenti che potremmo definire anti-sistema o, utilizzando una terminologia inglese ampiamente utilizzata dai media e dalla politica internazionale, anti-establishment.
Fratelli d’Italia, il Partito Democratico, Il Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Più Europa e l’ attuale Lega sono diventati parte integrante del sistema, anche se Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 Stelle per anni hanno promesso riforme radicali ed un ritorno alla sovranità nazionale nonché una maggiore indipendenza dall’ Europa e dalla Nato, nei fatti sia in politica interna che in politica estera tutti i partiti sistemici hanno adottato le medesime misure, con la sola eccezione del tema dei cosiddetti “diritti LGBT” ancora osteggiati dai conservatori e che invece sono diventati i principale cavallo di battaglia del Partito Democratico, non a caso simbolicamente guidato da una lesbica con cittadinanza americana.
A causa del tradimento continuo di ogni promessa elettorale si sono creati una galassia di piccoli movimenti, organizzazioni e partiti cosiddetti del “dissenso” o “sovranisti” che hanno portato migliaia, se non milioni, di italiani nelle piazze nel corso del 2022.
I partiti di sistema hanno dunque deciso di anticipare le elezioni parlamentari a Settembre del 2023, impedendo di fatto ai nuovi partiti di presenziare all’ appuntamento elettorale. Tutto ciò si è tradotto nel record di astensione con solo poco più della metà degli italiani che è andata a votare, con alle regionali del 2023 che hanno invece visto partecipare al voto solo il 40% del corpo elettorale, con un segno plateale di dissenso e scarsa fiducia nella democrazia da parte dell’elettorato italiano.
Nel caso in cui un partito anti-sistema riuscisse a presentarsi alle elezioni regionali, sarebbe interessantissimo capire la percentuale di voto che riuscirebbe a raggiungere, anche se per ottenere risultati significativi occorrerebbe un budget assai cospicuo di cui raramente formazioni di così giovane formazione dispongono.