Ilaria Salis è un insegnante italiana appartenente all’estrema sinistra che si è recata a Budapest insieme ad altri militanti “Antifascisti” con il chiaro intento di attaccare dei manifesti dell’estrema destra che erano scesi in piazza a Budapest.
L’aggressione a due militanti neofascisti le è costata assai cara dato che oramai ha già scontato 11 mesi di carcere in Ungheria dove l’applicazione della legge non è certamente permissiva come quella italiana che tutto oramai consente.
Ieri è stata portata in udienza presso il tribunale ungherese in catene, con sia le mani che i piedi legati e un agente che teneva una catena onde evitare ogni pericolo di fuga.
L’insegnante è stata tenuta in queste condizioni per tutte le tre ore in cui è durato il processo che la vede incastrata da prove video che però, secondo quanto riportato dai media italiani, la difesa non avrebbe potuto visionare in maniera integrale.
Nonostante la nostra concittadina sia detenuta in Ungheria da ben 11 mesi e anche gli altri processi si siano svolti nelle medesime condizioni solo ieri la notizia della detenzione di Ilaria Salis è stata incredibilmente posta all’attenzione dei media italiani ed è diventata tema di dibattito pubblico che ha visto coinvolti sia il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio che hanno richiesto condizioni di detenzione “rispettose dei diritti umani” senza entrare nel merito della vicenda che appare fin troppo chiara.
Oggi l’Ambasciatore Italiano a Budapest incontrerà per la prima volta il padre di Ilaria Salis che nel frattempo è già diventato il nuovo paladino della sinistra liberale con tanto di ospitate televisive in trasmissioni cardine di questo pensiero come “Piazza Pulita” trasmessa su La7.
Il fatto che la vicenda di Ilaria Salis sia emersa ora non deve sorprendere e deve essere intesa come una misura volta a screditare il governo Orban e ad applicare una forte pressione sul governo ungherese poco prima del nuovo voto del Consiglio Europeo sugli aiuti all’Ucraina e delle elezioni europee di Giugno.
Anche in questo caso però l’ Ungheria sta mantenendo la “schiena dritta” rispetto a chi ha commesso a tutti gli effetti un crimine efferato e ingiustificato e le cui posizioni politiche estremiste rappresentano un pericolo per l’ordine sociale.
la privazione della liberta è sempre tragica , ma se fosse un rivoluzionario o rivoluzionaria devrebbe rifiutare qualsiasi aiuto dallo stato italiano , con lo stato il rivoluzionario anarchico , di destra, comunista ecc non tratta !!!! non ne riconosce la funzione ne l’autorita , e si dichiara prigioniero politico soprattutto rifiuta la mastercard di papà