Bruxelles, la proposta di modifica del patto di stabilità non supera le soglie del deficit di bilancio pubblico inferiore al 3% del Pil e debito pubblico inferiore al 60% del Pil, ereditate dal Trattato di Maastricht nel giugno 1997 e che fissa tali parametri come requisiti necessari di convergenza economica stabiliti per far parte dell’Eurozona.
Il nuovo patto di stabilità avrà un impatto devastante per l’Italia che, secondo l’ex Bce Lorenzo Bini Smaghi, comporterà «un commissariamento della politica di bilancio dei paesi ad alto debito. In particolare dell’Italia». In base alle simulazioni Ue all’Italia sarebbe richiesta – in linea con il Def – una correzione di bilancio fino a quindici miliardi l’anno per quattro anni, oppure di almeno sette miliardi in sette anni.
Il Ministro dell’ Economia Giancarlo Giorgetti, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” ha fatto trapelare tutta la sua indignazione: “Il nuovo Patto di stabilità impone una rigorosa revisione della spesa, di tutta la spesa, compresi gli investimenti”.
Nuovi tagli dunque, di nuovo imposti da Bruxelles senza alcun mandato democratico od elettorale, riforme lacrime e sangue che obbligheranno qualsiasi governo venga eletto a fare i conti con i rigorosi desiderata della Commissione Europea. Pronte anche le sanzioni che prevedono un massimo semestrale dello 0,05% del Pil e non possono comunque andare oltre lo 0,5% del prodotto interno lordo. Considerando il Pil italiano dello scorso anno pari a circa 1.909 miliardi di euro, la multa ipotetica per l’Italia sarebbe pari a quasi un miliardo ogni sei mesi.
In tutto ciò il debito italiano resta elevatissimo, pari al 140% del Pil, e le agenzie di rating, sono già pronte a scommettere contro l’Italia.