La Francia è rimasta decapitata

Tutto il centro-sinistra contro Le Pen, ma ora è impossibile formare un governo e dare una linea alla politica del Paese.

La Francia si risveglia senza una guida.

Il paese transalpino ha già vissuto periodi in cui il presidente e il primo ministro appartenevano a schieramenti politici diversi, ma l’attuale situazione politica è senza precedenti.

Nelle recenti elezioni legislative anticipate, nessun partito o coalizione è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale, gettando il paese in una fase di incertezza e instabilità politica.

Dai risultati elettorali emerge una scena politica frammentata, con tre grandi blocchi politici in contrapposizione. La coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare, che comprende il Partito Socialista, Europe Écologie Les Verts e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ha ottenuto la maggioranza relativa. Seguono il blocco centrista guidato dal presidente Emmanuel Macron e il gruppo di estrema destra di Marine Le Pen, che, nonostante abbia ottenuto oltre il 37% dei voti, è stato penalizzato dal sistema elettorale maggioritario a doppio turno, in un atto di vero e proprio boicottaggio alla volontà degli elettori.

La Quinta Repubblica, fondata alla fine degli anni Cinquanta con la settima Costituzione repubblicana, non ha mai visto una situazione politica simile, dove nessuna coalizione detiene una maggioranza autosufficiente per sostenere un governo stabile. Questa inedita configurazione parlamentare potrebbe portare a uno stallo politico e istituzionale nelle prossime settimane, dato che non esiste un termine preciso per la formazione di un nuovo governo. Senza un governo in carica, non sarà possibile adottare nuovi testi legislativi, lasciando il futuro politico del paese in sospeso.

La coabitazione, una caratteristica peculiare della repubblica semipresidenziale francese, è già di per sé una sfida, poiché richiede una significativa cooperazione tra presidente e primo ministro. Tuttavia, governare senza una maggioranza assoluta in parlamento aggiunge un ulteriore livello di complessità.

Questa situazione surreale riflette una frammentazione del voto voluta esplicitamente da Macron e contrario allo stesso interesse nazionale francese con una polarizzazione politica che renderanno difficile la formazione di un governo stabile e funzionale.

Il futuro politico del paese è incerto, e solo il tempo dirà se i leader francesi riusciranno a superare le divisioni per garantire la governabilità e la stabilità necessarie, anche se al momento lo scenario più probabile è uno solo: il caos.

Commentare
  • putin

    bella la russia. li si che si sa chi comanda. W putin! 🙂

  • Anonymous

    Putin é vicino alla MORTE.

  • Le Pen ha perso

    Marine Le Pen e i suoi rapporti finanziari con la Russia

    Lei è dipendente dal potere russo e dal signor Putin, qualche mese dopo aver contrattato un prestito nel 2015 presso una banca russa vicina al potere, poi avete rinegoziato questo prestito con altri attori coinvolti nella guerra in Siria.
    Quando parla con la Russia, lei parla col suo banchiere” e non con dirigenti di un altro Paese.
    Forse è per questo che quando bisogna assumere scelte coraggiose né lei né i suoi rappresentanti sono presenti all’appuntamento. I suoi interessi sono legati a quelli della Russia”.

    Una vera costrizione? E quel legame con il sistema finanziario russo la rende veramente “una donna libera”?

    I rapporti si fanno stretti, finanziariamente stretti, con i prestiti ottenuti dalle banche di Mosca e Budapest.

    Oltre 9 milioni di euro dalla Russia nel 2017 e 10,6 milioni dall’Ungheria, per finanziare la campagna presidenziale del 2022. A quali condizioni? A questa domanda la leader non ha mai risposto se non dire “io sono una donna libera.
    Ma perché scegliere Mosca e Budapest?

    Un’inchiesta dei giornalisti di Mediapart (rivista online indipendente di investigazione e opinione francese, creata nel 2008 da Edwy Plenel, ex redattore capo di Le Monde) rivela che il Front national, all’inizio, aveva chiesto alle banche russe prestiti per 40 milioni di euro, fino al 2017.

    A tessere la tela dei rapporti economici tra la destra sovranista francese e le banche controllate dal regime di Mosca sono stati alcuni intermediari, incaricati di tenere i contatti con Parigi e di avvicinare i big del regime di Mosca.
    Tra questi Konstantin Malofeev, un oligarca ultranazionalista il cui nome emerge anche nella rete intorno ai finanziamenti alla Lega di Matteo Salvini.

    A erogare i 9 milioni di finanziamento russo è la First Czech Russian Bank (Fcrb), fondata nel 1996 con capitali di Praga e di Mosca, acquisita nel 2002 dalla StroyTransGaz (Stg), la società russa che costruisce i gasdotti per la Gazprom.

    La cosa interessante è che nel 2016 questa banca viene dichiarata insolvente dalla governatrice delle banca centrale russa Elvira Nabiullina.

    Cinque anni dopo, altra elezione, altro prestito, altro ballottaggio. Questa volta dall’Ungheria di Orban amico storico di Putin.

    Stessa trama, stessi silenzi di Marine Le Pen.

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