Operaio denuncia turni di lavoro massacranti: picchiato davanti alla fabbrica

L'assurda vicenda è avvenuta a Pistoia. Un pestaggio in piena regola che ricorda ancora una volta la drammatica situazione di molti lavoratori in Italia.

Pochi giorni dopo i fatti di Prato, un altro episodio di violenza scuote il settore industriale toscano.

Questa volta, il teatro delle aggressioni è Quarrata, in provincia di Pistoia, dove ieri mattina un operaio della Vot International è stato brutalmente aggredito da un gruppo di uomini armati di mazze e bastoni.

La ragione dell’attacco sarebbe da ricondurre alla denuncia che l’uomo aveva presentato al sindacato SUDD Cobas riguardo le pesanti condizioni di sfruttamento sul posto di lavoro.

L’operaio è stato trasportato in ospedale con diverse ferite, mentre il sindacato ha immediatamente proclamato uno sciopero in segno di solidarietà e protesta.

Secondo quanto riferito, l’operaio aveva segnalato al sindacato un regime di turni estenuanti: turni continuativi di 12 ore senza riposo, sotto il controllo di un caporale incaricato di sorvegliare il corretto svolgimento delle operazioni lavorative.

Queste segnalazioni, secondo il sindacato, sarebbero state la causa scatenante dell’attacco subito.

La vittima, giunta davanti allo stabilimento, si è trovata di fronte il caporale insieme ad alcuni uomini armati di mazze, che gli hanno sottratto il telefono e lo hanno distrutto prima di colpirlo ripetutamente, provocandogli lesioni estese.

Portato in ospedale, è stato dimesso con una prognosi di sette giorni, ma ha scelto comunque di aderire allo sciopero organizzato dal sindacato.

In risposta a questo grave episodio, SUDD Cobas ha immediatamente convocato uno sciopero in tutte le sedi di Vot International della provincia di Pistoia e ha predisposto dei picchetti davanti a due degli stabilimenti dell’azienda.

La mobilitazione sindacale vuole denunciare sia le condizioni di sfruttamento denunciate dall’operaio sia la violenza fisica che, secondo il sindacato, è usata come strumento per intimidire i lavoratori che osano far valere i loro diritti.

Il clima di tensione si è ulteriormente inasprito quando, nel primo pomeriggio, due sindacalisti e un collega dell’operaio aggredito, mentre erano diretti in ospedale per recuperare la vittima, sono stati fermati da una pattuglia dei carabinieri per un presunto controllo antidroga.

La perquisizione ha incluso anche una verifica dell’eventuale possesso di “armi, esplosivi e strumenti d’effrazione,” come riportato nel verbale, il quale sottolineava la “presenza sospetta” del gruppo.

SUDD Cobas ha definito il controllo un “atto intimidatorio” mirato a ostacolare le attività sindacali e a proteggere le realtà aziendali accusate di sfruttamento.

Vot International, nota azienda produttrice di divani, fornisce il gigante dell’arredamento Mondo Convenienza.

Le accuse mosse dal sindacato non si limitano, tuttavia, solo a questa azienda: SUDD Cobas ha puntato il dito contro le principali catene di distribuzione e i grandi gruppi finanziari che, secondo il sindacato, promuovono un sistema di sfruttamento sistematico e tollerato ai vari livelli della filiera produttiva.

In un comunicato, SUDD Cobas afferma: “Non si tratta di poche mele marce in un sistema sano, ma di un modello di sfruttamento su cui le grandi catene basano il proprio profitto.”

Il sindacato ha quindi richiamato i recenti fatti di Prato, dove solo poche settimane fa si era verificato un altro episodio di violenza nei confronti di lavoratori del settore tessile.

La brutalità dell’attacco a Quarrata, sottolineano, non sarebbe un caso isolato, ma parte di un “sistema di sfruttamento” che viene attuato con l’appoggio, esplicito o implicito, di elementi collusi all’interno dell’apparato industriale e, talvolta, anche delle istituzioni.

Secondo SUDD Cobas, l’aggressione fisica viene usata come strumento intimidatorio per dissuadere chiunque intenda opporsi a tali condizioni di lavoro.

Il sindacato ha anche chiesto l’apertura di un’indagine per fare chiarezza sui rapporti tra le aziende e le forze dell’ordine locali, accusando quest’ultime di complicità indiretta nei confronti di un sistema di oppressione dei luoghi di lavoro.

 

 

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