Sempre più spesso tra criminalità, violenza e crisi economica sembra di leggere, più che la cronaca di un paese membro del G7, e dunque, in linea teorica, tra i 7 più avanzati al mondo in termini socio economici, quella di un paese fallito affricano o di un narco stato centro americano.
Oggi, senza scatenare più alcuna sorpresa, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha convocato i rappresentanti della Conferenza dei rettori italiani (CRUI) e del Cisia, il Consorzio che si occupa dei nuovi TOLC (Test OnLine CISIA, la nuova modalità di accesso alle università di medicina) in riferimento a quanto avvenuto con la compravendita dei risultati per il test di ammissione al corso di laurea di Medicina.
I burocrati dall’apparato amministrativo statale, proprio per evitare la loro stessa corruzione, si affidano per l’erogazione dei test a ditte esterne, che si sta scoprendo però essere ben più corrotte degli stessi dipendenti statali, oltre che assai più costose per le tasche dello Stato.
Il MUR fin da subito ha aperto una procedura d’indagine chiedendo immediate informazioni e chiarimenti sul regolare svolgimento delle prove di ingresso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, dopo che, si è appreso lo scandalo sulla vendita delle risposte ai test di medicina per 10 o 20 euro su apposite piattaforme, in particolare apposito canali Telegram.
In totale quest’anno 145.989 hanno partecipato alle prove per l’ingresso alla facoltà medica.
A Napoli un gruppo di studenti esclusi dall’Università e dalle immense possibilità di carriera ed economiche che ne conseguono, ha deciso di chiedere formalmente l’annullamento della prova, avvalendosi, per i dovuti procedimenti legali allo studio del noto avvocato Pisani, che, intervistato dai media, ha aggiunto un altro dettaglio di questa storia non meno rilevante: “Secondo quanto mi è stato segnalato in lacrime da tanti aspiranti medici qualcuno avrebbe pagato migliaia di euro per iscriversi a un corso di preparazione che permetteva di conoscere in anticipo le domande del test. Altri invece hanno trovato un gruppo su Telegram su cui circolavano soffiate sulle domande a cui gli aspiranti medici sarebbero stati sottoposti. Si azzeri tutto e si risarciscano tutti i danni agli studenti vittime di caos e violazioni gravissime dei principi base di trasparenza, correttezza e buona fede che sono stati del tutto ignorati”.
Ora vedremo come agirà la magistratura e il Ministero, anche se sembra improbabile la ripetizione del testa a pochi giorni dall’inizio dei corsi universitari.