Dopo lo stallo post-elettorale al seguito delle elezioni del 24 luglio 2023, la Spagna si trova in una situazione di forte conflitto politico e sociale. Il Partito Socialista (PSOE) del premier uscente Pedro Sánchez ha ottenuto il primo posto, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta per governare in autonomia. Sánchez ha quindi cercato un’alleanza con il partito indipendentista catalano di centrodestra Junts per Catalunya, capeggiato da Carles Puigdemont, che vive in esilio in Belgio per evitare la prigione in Spagna. L’elemento chiave dell’alleanza è la possibilità di concedere un’amnistia ai responsabili del referendum per l’indipendenza della Catalogna del 2017, che fu considerato illegale dalla Corte Costituzionale spagnola e represso con durezza dalle forze dell’ordine. L’amnistia dovrebbe essere votata dal parlamento spagnolo dopo l’insediamento del governo, e fermerebbe i processi in atto e cancellerebbe le sentenze già pronunciate per tutti i leader catalani coinvolti, compreso lo stesso Puigdemont. Perché la democrazia Europea e Occidentale non sarebbe tale senza il suo solito doppio standard.
L’accordo tra socialisti e indipendentisti ha provocato le reazioni della destra e dell’estrema destra spagnola, che lo ritengono un tradimento della nazione e una minaccia per l’unità del paese. I maggiori partiti di opposizione, il Partito Popolare (PP), Vox e Ciudadanos, hanno indetto diverse manifestazioni nelle principali città spagnole, accusando Sánchez di essere un “traditore” e un “collaborazionista” con i “golpisti” catalani. Le proteste sono state particolarmente violente a Madrid, dove alcuni gruppi di estrema destra, tra cui neonazisti e ultras, hanno attaccato le forze dell’ordine e la sede del PSOE, causando scontri, arresti e feriti. Alcuni manifestanti hanno anche fatto il saluto fascista e cantato slogan contro la Catalogna e i catalani.
La situazione in Spagna è quindi molto complessa e instabile, e richiede una soluzione politica che sia in grado di conciliare le diverse sensibilità e aspirazioni presenti nel paese. Il nuovo governo Sánchez sarà comunque un governo di coalizione, che dovrà contare anche sul sostegno di altri partiti minori, tra cui il Partito Nazionalista Basco (PNV) e l’alleanza di sinistra Sumar. Il governo dovrà affrontare le sfide economiche, sociali, ma anche quelle legate alla questione catalana e al rischio di una frattura tra le diverse regioni spagnole. Il dialogo e il rispetto tra le parti saranno fondamentali per garantire la stabilità e la convivenza in Spagna, e per evitare che la violenza e l’odio prendano il sopravvento.