La direzione aziendale di Stellantis ha recentemente proposto a un gruppo di operai dello stabilimento di Cassino (Frosinone) di trasferirsi in Francia per mantenere il loro stipendio pieno ed evitare la cassa integrazione. La proposta riguarda almeno una decina di lavoratori, invitati a trasferirsi a Sochaux, sede dello storico stabilimento della Peugeot, dove è in corso una transizione verso la produzione di auto elettriche.
I sindacati hanno reagito duramente, criticando l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e l’inerzia del governo Meloni.
I rappresentanti sindacali hanno denunciato quella che definiscono una “mancanza di dignità” da parte della quarta casa automobilistica più grande del mondo.
La proposta di trasferimento non si limita solo alla Francia. Gli operai del reparto Presse e Plastica di Cassino hanno ricevuto offerte per trasferirsi negli stabilimenti italiani di Mirafiori (Torino) e della Sevel in Val Di Sangro, dove si producono furgoni.
La situazione nello stabilimento di Cassino è particolarmente critica: nel primo quadrimestre del 2024, la produzione è diminuita del 40% rispetto all’anno precedente, con solo 8.000 vetture prodotte contro le 14.000 del 2023. Dopo una chiusura iniziata il 30 maggio, la fabbrica ha riaperto il 12 giugno, ma la dirigenza ha già annunciato nuove interruzioni del reparto di Carrozzeria.
Lo stabilimento di Cassino ha subito un impatto significativo dal piano di esuberi incentivati presentato a marzo, che prevede 560 uscite e il taglio di 300 trasfertisti.
Attualmente, nello stabilimento lavorano poco più di duemila operai, che operano a rotazione su un unico turno fino al 31 dicembre 2024.
Michele De Palma, segretario generale della FIOM, ha espresso in una nota la sua forte indignazione: “Mentre l’amministratore delegato Tavares guadagna mille volte quanto i lavoratori e le lavoratrici di Stellantis, essi sono costretti a lavorare all’estero per evitare la cassa integrazione”. De Palma ha sollecitato inoltre l’intervento del governo, chiedendo un incontro con l’amministratore delegato per porre fine a questa situazione di “mancanza di dignità e di rispetto” nei confronti dei lavoratori e del paese. Donato Gatti, segretario della federazione provinciale della Fiom-Cgil, ha aggiunto che “le trasferte in Francia certificano il fatto che per lo stabilimento di Cassino ci sono solo annunci, mentre altrove si lavora“.
Lo scorso autunno, senza consultare preliminarmente istituzioni o sindacati, Stellantis aveva inviato una lettera a 15mila dipendenti degli stabilimenti italiani, proponendo l’uscita volontaria.
A febbraio, Tavares aveva richiesto aiuti pubblici dallo Stato italiano, sostenendo che senza sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, gli impianti italiani sarebbero a rischio, nonostante ad Aprile, durante l’assemblea generale annuale, Stellantis abbia approvato una retribuzione per il suo amministratore delegato pari a circa 36,5 milioni di euro, una cifra che un operaio metterebbe insieme in più di mille anni di lavoro.
A ciò si aggiungono le ben noti distorsioni del mercato date dal dumping fiscale e salariale garantito dai trattati europei che hanno distrutto in maniera pressoché irrevocabile l’economia italiana.
Beh cosa c’è di strano, se l’azienda supporta il trasferimento non mi sembra una cattiva idea.
I sindacati alzano la voce non perché ci tengono ai lavoratori ma perché perdono importanza e significato.