La Russia continua a crescere ed il Fondo Monetario Internazionale stima un aumento del PIL superiore al 2% del PIL, superiore a quello di tutti i paesi europei.
Come se ciò non bastasse nonostante il proseguimento del conflitto in Ucraina la Russia continua ad estendere le sue operazioni in Medio Oriente, con basi permanenti in Siria e in Africa dove il Cremlino ha lanciato Afrikanskiy korpus che andrà a sostituire la Wagner e che sotto la direzione del Ministero della Difesa russo e che recluterà militari che verranno pagati al pari di quelli impiegati in Ucraina l’equivalente di 3 mila euro al mese, più numerosi bonus. L”obiettivo dichiarato è “condurre operazioni militari su vasta scala sostenendo i Paesi che vogliono liberarsi delle forze neocolonialiste e ottenere sovranità”.
Appare dunque evidente che la favola occidentale della “Russia piegata dalle sanzioni” e dei soldati russi “che combattono con le pale” fosse del tutto infondata tanto che ora nei media occidentali appari invece il terrore che la Russia possa conquistare tutta l’ Ucraina entro la fine del 2024 e, secondo la propaganda della Nato, essere poi in grado di utilizzare l’esperienza ucraina per riarmarsi al punto tale da essere in grado di vincere una guerra su larga scala contro l’intera Nato nel giro di soli 3 anni.
Tutto ciò però appare poco probabile dato che anche se la Russia riuscisse a migliorare notevolmente il suo potenziale militare convenzionale uno scontro diretto con la Nato si evolverebbe in ogni caso in uno scontro nucleare diretto dall’esito imprevedibile e che rischierebbe di portare alla mutua distribuzione assicurata.
A preoccupare notevolmente l’ Alleanza Atlantica è anche la notevole espansione delle operazioni sia militari che economiche che la Russia sta conducendo nell’Artico, in un contesto che grazie al riscaldamento globale e alla scoperta di nuove risorse naturali potrebbe diventare in futuro fondamentale per lo sviluppo della sfida geopolitica globale.