La Moldavia è al centro di un acceso dibattito dopo il recente referendum sull’adesione all’Unione Europea, segnato da sospetti di brogli e da una vittoria risicata del “Sì” con appena lo 0,16% di vantaggio.
Fino al conteggio del 91% delle schede, infatti, il fronte del “No” appariva in vantaggio, e solo nell’ultimo tratto dello scrutinio, con i voti provenienti dall’estero, la situazione si è capovolta, alimentando sospetti di manipolazione.
La situazione ha portato ad una valanga di accuse rivolte al governo guidato dalla presidente Maia Sandu.
Secondo fonti locali e osservatori internazionali, sarebbero emerse numerose irregolarità nei procedimenti elettorali, con un totale di 19 violazioni segnalate, che includono sospetti di campagne elettorali irregolari e presunte registrazioni di schede non conformi.
Tra le violazioni più gravi denunciate, emerge il sospetto di interferenza da parte delle forze di polizia, accusate in alcuni casi di aver chiesto agli elettori le loro intenzioni di voto.
In altre sedi elettorali, alcuni oppositori avrebbero trovato impedimenti nell’esercizio del proprio diritto di voto, contribuendo a un clima di crescente sfiducia verso il processo elettorale.
Le denunce di irregolarità non si limitano alla Moldavia.
A Bologna, in Italia, un seggio ha visto il verificarsi di un episodio singolare: improvvisamente le luci si sono spente, rendendo difficoltose le operazioni di voto e suscitando preoccupazione tra gli osservatori presenti, alcuni dei quali riferiscono di essere stati esclusi dalla verifica del processo.
Questo ha scatenato la reazione immediata, sui social, della diaspora Moldava con diversi utenti che hanno sollevato accuse di brogli evidenti:
“Non capisco come sia stato possibile attuare dei brogli così evidenti ed in maniera così sfacciata, Sandu pensa davvero che la gente la perdonerà per questo” – si legge in uno dei commenti apparsi su Facebook.
In Romania, l’organizzazione non governativa Promo-LEX ha documentato 173 violazioni, suscitando ulteriori preoccupazioni sull’integrità del voto moldavo all’estero.
Situazioni di questo tipo alimentano i sospetti su possibili manipolazioni elettorali, e sollevano interrogativi anche nei Paesi occidentali in cui si è votato.
Un caso particolarmente controverso si è verificato in Russia, dove risiedono circa 500.000 cittadini moldavi.
A fronte di una comunità così vasta, sono stati messi a disposizione soltanto due seggi elettorali e un massimo di 10.000 schede, una decisione che ha provocato proteste tra la diaspora moldava in Russia e le critiche dell’opposizione moldava.
Due episodi distinti, ampiamente diffusi sui social e dai media, hanno ulteriormente alimentato il malcontento.
In Moldavia, un cittadino rientrato per votare ha scoperto che il suo voto risultava già registrato nel Regno Unito, mentre un’altra elettrice risultava aver votato in Florida, Stati Uniti ed ha così scoperto che il suo voto era già stato conteggiato nonostante non avesse ancora votato.
Situazioni come queste continuano ad alimentare la sfiducia e le critiche verso il processo elettorale moldavo.
Intanto, cresce la polemica a livello internazionale. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha espresso perplessità per la rapida crescita del consenso verso Maia Sandu e i partiti filo-europei, definendola “difficile da spiegare” e riflettendo il pensiero di Mosca, secondo cui una larga parte della popolazione moldava non sarebbe favorevole alla politica di integrazione europea promossa dal governo Sandu.
L’ex presidente moldavo Igor Dodon ha definito il processo elettorale “una serie di violazioni mostruose” e ha denunciato la riduzione del numero di seggi elettorali in Russia, che da 29 sono scesi a soli due.
Secondo Dodon, questa scelta avrebbe privato molti cittadini moldavi residenti in Russia del loro diritto di voto, favorendo il risultato filo-eurpoeo del referendum.
Oltre a questo, l’opposizione accusa le autorità di aver impedito agli osservatori indipendenti di vigilare sui seggi aperti in Italia e in Romania.
Le stesse accuse includono presunti trasporti organizzati di elettori e campagne elettorali che avrebbero violato le normative.
Domenica 3 novembre si terrà il secondo turno delle elezioni presidenziali, un momento cruciale per il futuro della Moldavia.
I cittadini moldavi residenti in Italia potranno votare in uno dei 60 seggi allestiti sul territorio italiano, una misura volta a garantire a tutti l’accesso al voto.
Il clima di sfiducia, però, resta alto: sui social continuano a circolare sospetti di irregolarità anche per il ballottaggio, e molte voci dall’opposizione fanno appello al voto per il candidato anti-europeista Alexandru Stoianoglo, considerato una figura in grado di offrire un’alternativa politica.
Con il secondo turno, la Moldavia si avvia verso un momento decisivo, in cui ogni voto potrebbe determinare non solo la leadership politica del Paese, ma anche la sua direzione a lungo termine: verso un’integrazione europea o un rafforzamento dei legami con la Russia, ed ora più che mai ogni voto conta e sarà importante ora più che mai che i Moldavi difendano il proprio Paese contro ogni tentativo di manipolazione del processo elettorale affinché lo scandalo del Referendum questa volta non si ripeta.