L’argomento delle violenze sessuali e delle molestie è complesso e richiede una valutazione oggettiva basata sui dati disponibili. Le statistiche dell’ISTAT, mostrano una percentuale significativa di violenze sessuali e molestie commesse da parte degli immigrati, nonostante rappresentino una parte minimale della popolazione complessiva del nostro Paese (l’8,5). Diversi fattori socio-economici e culturali possono contribuire all’incidenza delle violenze sessuali e delle molestie. Gli immigrati spesso affrontano difficoltà di integrazione, come l’accesso all’istruzione e all’occupazione, che potrebbero incidere sulla loro vulnerabilità sociale. Inoltre, le differenze culturali e le differenti norme sociali possono influenzare le percezioni e i comportamenti legati alla sessualità. L’esclusione sociale, l’isolamento e la mancanza di reti di supporto possono portare alla ricerca di identità e appartenenza in ambienti meno salutari, favorendo comportamenti che deviano nella commissione di reati di varia natura. Le differenze culturali possono influire sulla percezione dei ruoli di genere e sulle norme sociali riguardanti la sessualità. Alcune culture possono avere norme più rigide e restrittive rispetto ad altre. La mancanza di consapevolezza sulle leggi e le norme del paese di accoglienza può contribuire a comportamenti che violano la legge, soprattutto in uno stato dove la presenza delle forze dell’ordine in certe aree periferiche è tutt’altro che forte. La mancanza di certezza della pena e la sensazione dell’esistenza di zone franche oramai sotto il completo controllo del sistema delle gang o della stessa mafia nigeriana comporta un increscere dei reati significativo. Pur sapendo che indipendentemente dall’origine dei perpetratori, la prevenzione delle violenze sessuali e delle molestie è un obiettivo comune, non si può negare il fatto che questa specifica fascia della popolazione residente sia più propensa a delinquere. Proprio per questo il centrodestra ha promesso da sempre di limitare l’immigrazione illegale e di riportare l’ordine nelle strade e nelle periferie, ma per ora alle parole sbandierate in campagna elettorale non sono seguiti i fatti. Le forze dell’ordine rimangono mal equipaggiate e in numero inferiore rispetto alla presenza dei soggetti criminosi e alla vastità del territorio da controllare, oltre a ciò il sistema giudiziario tenda a tutelare eccessivamente chi commette reati minori per via del sovraffollamento delle carceri o del pregiudizio ideologico dei giudici. Tutta questa situazione, nel suo insieme, causa l’insicurezza che vediamo nelle nostre strade.