A Napoli il Vesuvio torna a fare paura

Una scossa di terremoto torna a fare temere un'eruzione del vulcano attivo.

Napoli potrebbe diventare una nuova Pompei, il rischio è alto ed è anche diventato oramai parte della cultura popolare sia locale che italiana con immancabili cori, sfottó calcistici e battute di umorismo nero tipiche della cara e vecchia mentalità italiana che ama scherzare su ogni cosa, anche la più terribile.

Questa volta però sembra ci sia poco da ridere dato che il rischio di un’eruzione e della distruzione del Vesuvio è assai più che concreta.

Questa notte, alle 3.35, i campi Flegrei in provincia di Napoli , sono stati sconvolti da un terremoto di magnitudo 4.2. La scossa è stata la più forte si uno sciame sismico che è tutt’ora in atto, composto da scosse sotto la magnitude 2,5. Si è trattato di un terremoto estremamente superficiale alla base del vulcano Vesuvio.

La regione dei Campi Flegrei è densamente abitata ed è delimitata dai confini geografici che spaziano da Posillipo ai Camaldoli, dalla zona di Quarto e Licola fino a Campomiseno. Inoltre, le isole di Ischia e Procida sono considerate parte integrante delle isole Flegree, mentre Nisida è inclusa nella caldera Flegrea. Secondo alcune teorie, anche una porzione della città di Napoli potrebbe trovarsi all’interno dei confini della Caldera Flegrea stessa.

Un eruzione potente e un successivo collasso di parte del Vesuvio potrebbe causare centinaia di migliaia di vittime, per questa ragione in molti comuni sono già stati stabiliti appositi piani di evacuazione che però, come sempre avviene nel nostro Paese, sono in ritardo nella loro esecuzione.

Il livello di guardia negli ultimi mesi si è inevitabilmente alzato di fronte agli ormai quotidiani eventi sismici, anche di discreta rilevanza, che hanno messo in allarme i residenti di un’area molto densa a livello demografico (quasi 1 milione e 200mila abitanti), nonostante ciò l’ultima esercitazione all’evacuazione è avvenuta nel 2019 e i piani per la gestione dell’emergenza e dei profughi non sono aggiornati da tempo e non prevedono gli scenari più catastrofici che risultano ad oggi sempre più probabili.

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