La scorsa notte, una violenta sparatoria ha sconvolto la comunità di San Sebastiano al Vesuvio, piccolo comune in provincia di Napoli, portando via un altro giovane, ancora nel fiore degli anni.
La vittima è Santo Romano, 19 anni, morto dopo essere stato colpito da un proiettile al petto durante uno scontro a fuoco tra due gruppi di ragazzi.
Durante la sparatoria, un altro giovane è rimasto ferito a un gomito, ma fortunatamente le sue condizioni, come riferito dai medici dell’Ospedale del Mare, non sono gravi e la sua vita non sarebbe in pericolo.
Santo Romano, che aveva un passato come portiere nella squadra dilettantistica del Micri di Volla, squadra napoletana militante nel campionato di Eccellenza, è stato trasportato d’urgenza al locale ospedale, tuttavia, nonostante gli sforzi dei medici, il ragazzo è deceduto poco dopo l’arrivo a causa delle gravi ferite subite.
L’episodio ha lasciato sgomenti familiari, amici e conoscenti, che descrivono il giovane come una persona tranquilla, estranea a qualsiasi ambiente criminale.
Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, Santo Romano non sarebbe stato direttamente coinvolto nei motivi che hanno innescato la lite sfociata nella tragedia.
Le indagini, affidate ai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e della stazione locale, mirano ora a fare luce sulle dinamiche dell’accaduto e a individuare i responsabili di quello che appare come un atto di violenza gratuita.
Gli investigatori stanno interrogando alcuni testimoni e altre persone presenti al momento della lite, con l’obiettivo di ricostruire l’esatta successione degli eventi e identificare chi ha premuto il grilletto. Dalle informazioni trapelate, pare che la lite sia nata per motivi futili, ma l’intervento di armi da fuoco ha trasformato il diverbio in una tragedia.
L’episodio di San Sebastiano al Vesuvio arriva a pochi giorni da un’altra tragedia che ha colpito la città di Napoli, con la morte di un quindicenne, e porta nuovamente alla ribalta il problema della violenza giovanile e della diffusione di armi nella provincia. Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, membri della segreteria del Partito Democratico, hanno commentato con amarezza la situazione in una nota ufficiale: “È una mattanza. A Napoli si seppellisce un giovane di 15 anni e ne muore un altro, ucciso a 19 anni. Giovani che si affrontano in piazza e si uccidono come in una guerra”.
I due esponenti del PD hanno sottolineato l’urgenza di affrontare le problematiche sociali e culturali che minano il tessuto giovanile del territorio, rimarcando come l’accesso alle armi stia diventando un mezzo sempre più utilizzato per risolvere anche i conflitti più banali. “I conflitti e le tensioni vengono risolti con la violenza – continuano Ruotolo e Sarracino – in un mondo dove i giovani sembrano trasformarsi in protagonisti di un ‘mondo di sotto’ dominato dal disagio sociale e dalle disuguaglianze, che spesso conducono alla criminalità”.
L’analisi dei rappresentanti politici si sofferma inoltre sulla povertà educativa e sulla mancanza di opportunità per i ragazzi, aspetti che favoriscono il proliferare di attività illecite. “Lo Stato non riesce a garantire servizi e diritti, e dove le istituzioni mancano, sono i sistemi criminali a imporsi, offrendo una via alternativa per ottenere quello che non si può raggiungere legalmente”, conclude la nota.
L’appello dei rappresentanti del PD è forte e chiaro: servono interventi immediati, coinvolgendo associazioni, scuole e realtà del territorio, per offrire una prospettiva diversa ai giovani e allontanarli da un destino di violenza e marginalità.
Tra le proposte c’è il rafforzamento delle politiche sociali e delle attività di prevenzione, che possano ridare speranza e dignità a una generazione in cerca di un futuro migliore.
Benissimo. Cosi la merda si spazza via