La questione migratoria continua a creare tensioni e polemiche in Italia e in Europa. Da una parte, il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attaccato duramente la magistratura, accusandola di favorire l’immigrazione illegale con sentenze “incredibili”. Dall’altra, il presidente della Tunisia Kais Saied ha rifiutato i fondi offerti dall’Ue per contrastare i flussi migratori, definendoli “carità” e “elemosina”. In mezzo, il governo italiano cerca di trovare una soluzione con la Germania, dopo le frizioni sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo finanziate dal governo tedesco mentre aumenta allo stesso tempo i controlli di frontiera al confine con l’Austria, proprio per bloccare i migranti provenienti dall’Italia.
Uno scenario che mostra sia quanto sia forte la lobby dell’accoglienza sia quanto la magistratura si continui a rivelare un semplice strumento politico sia quanto l’ Unione Europea in politica estera sia sbeffeggiata persino da un paese assai modesto come la Tunisia.
La sentenza del tribunale di Catania, che ha disapplicato una parte del decreto Cutro sui migranti, rimettendo in libertà tre tunisini irregolari ha dell’ “incredibile” appunto.
La giudice Iolanda Apostolico ha motivato la sua decisione con il fatto che la Tunisia non è un paese sicuro e che i tre migranti avevano caratteristiche fisiche favorevoli allo svolgimento dell’attività di cercatori d’oro nel loro paese d’origine. La premier Meloni ha definito queste motivazioni “incredibili” e ha accusato la magistratura di scagliarsi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto. Un accusa oramai appurata ed evidente.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato il ricorso contro la sentenza, impugnandola. L’Anm e dieci togati del Csm hanno espresso solidarietà alla giudice Apostolico, respingendo le accuse di ingerenza politica, anche se dopo il caso Palamara hanno perso oramai ogni credibilità.
Pr quanto riguarda il turbolento rapporto tra l’Ue e la Tunisia, il presidente Saied ha diffuso un comunicato durissimo contro l’Ue, rifiutando i fondi inviati da Bruxelles su pressione del governo italiano. Si tratta di 105 milioni di euro per migliorare il sistema di ricerca e soccorso in mare, il pattugliamento delle frontiere e il rimpatrio dei migranti irregolari. Saied ha detto che la Tunisia non accetta la carità né l’elemosina e che non vuole pietà ma rispetto. Ha inoltre affermato che la proposta dell’Ue contraddice il memorandum d’intesa firmato a Tunisi nello spirito della conferenza di Roma del luglio 2022, avviata da Italia e Tunisia.
In quell’occasione, l’Ue si era impegnata a fornire alla Tunisia un sostegno finanziario sotto forma di un prestito a tassi agevolati di 900 milioni di euro e un contributo a fondo perduto di 150 milioni di euro come aiuto al bilancio nazionale.
Il governo italiano ha infine giustamente accusato la Germania di favorire le partenze dei barconi e di ostacolare gli accordi con i paesi africani per fermare i flussi migratori.
La questione migratoria resta quindi uno dei temi più caldi e delicati dell’agenda politica italiana ed europea. Il governo Meloni aveva promesso il “blocco navale” e lo stop all’immigrazione illegale ma si trova a fare i conti con i magnifici alleati dell’Unione Europea. Promesse disattese e Italia, come sempre, vessata da coloro che vengono, non si sa per quale ragione, ancora definiti “alleati”.
L’Apostolico è l’apostolo dei comunisti e quindi dei migranti 🙁