La questione migratoria continua a essere al centro dell’agenda politica italiana ed europea. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha incontrato oggi a Berlino la sua omologa tedesca, Annalena Baerbock, per discutere di una possibile cooperazione tra i due paesi per affrontare il fenomeno dei flussi migratori illegali. Tajani ha sottolineato la necessità di una soluzione europea, basata sulla difesa dei confini esterni dell’Unione e sul contrasto alle reti di trafficanti di esseri umani. Ha inoltre chiesto spiegazioni sul finanziamento da parte del governo tedesco di alcune Ong che operano nel Mediterraneo e che, secondo il ministro italiano, favoriscono l’attrazione di migranti irregolari verso l’Italia. Baerbock ha espresso il sostegno della Germania ai volontari che salvano vite in mare, assicurando però che il suo paese non lascerà sola l’Italia nella gestione degli arrivi. Ha anche ricordato l’impegno dell’Europa per adottare al più presto il Patto per le migrazioni e l’asilo, che prevede una maggiore solidarietà tra gli Stati membri e una cooperazione con i paesi di origine e di transito dei migranti.
L’incontro tra i due ministri è avvenuto dopo la visita a Lampedusa della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che hanno assistito allo sbarco di oltre 800 migranti provenienti dalla Tunisia. La Meloni ha elogiato il piano in 10 punti presentato da Bruxelles, che si allinea alla visione del suo governo di un cambio di paradigma nella politica migratoria europea. Ha anche annunciato che al prossimo Consiglio europeo di ottobre chiederà agli altri Stati membri di assumere decisioni concrete per bloccare le partenze illegali dal Nord Africa e rafforzare i meccanismi di rimpatrio.
Fa comunque sorridere e sempre alquanto irrispettoso della comune intelligenza dell’italiano medio che il ministero degli esteri tedesco parli di “solidarietà” subito dopo aver bloccato le sue frontiere così come il meccanismo europeo di accoglienza volontaria dei migranti.
Nel frattempo, il governo italiano ha varato nuove misure per contenere l’immigrazione illegale e velocizzare le espulsioni dei clandestini. Tra le novità, la dichiarazione dello stato d’emergenza nazionale sui migranti, la possibilità di espellere gli stranieri ritenuti pericolosi anche se hanno un permesso di soggiorno di lungo periodo, il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) con l’intervento del Genio militare e la stretta sui falsi minorenni che prevede esami antropometrici per la verifica dell’età effettiva.
Il governo ha finalmente adottato queste scelte fattasi oramai ovvia la necessità di garantire la sicurezza pubblica e il rispetto delle regole del diritto internazionale così come anche la tutela dei diritti umani e dei migranti che rischiano la vita in mare o nelle mani dei trafficanti di esseri umani legati alla criminalità organizzata.
Il problema è che, tutto ciò, è ancora ben lontano dal famoso “blocco navale” promesso da Meloni e Salvini alle elezioni, dimostrando come oramai qualsiasi volontà popolare sia del tutto veleitaria venendo ogni cosa oramai decisa da qualche oscuro burocrate di Bruxelles privo di qualsiasi legittimazione popolare.