Europa: come non risolvere in 27 i problemi che da solo non avresti mai avuto

Oggi e domani a Granada i leader dei 27 tenteranno di trovare l'ennesimo accordo sull'immigrazione. Attesa per il vertice Meloni-Scholz

Oggi e domani a Granada si svolgerá il terzo vertice della Comunità politica europea (Cpe), un’organizzazione che riunisce 27 Paesi dell’Unione europea con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione politica e la difesa comune, ovviamente senza riuscirci.

Tra i temi all’ordine del giorno, quello più urgente e spinoso è stato quello dell’emergenza immigrazione, che vede l’Italia in prima linea nel fronteggiare gli sbarchi di migliaia di migranti provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, un’emergenza iniziata da quando gli “alleati” francesi e statunitensi hanno bombardato la Libia e destabilizzato il medioriente ed aggravata da un altro caro “alleato”, il governo tedesco che ha finanziato le ONG che recuperano i migranti illegali nelle acque libiche per portarli poi in illegalmente in Italia.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla guida del governo italiano dal 22 ottobre 2022, ha vinto le elezioni promettendo una linea dura sull’immigrazione, basata sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, sul rimpatrio dei migranti irregolari e sulla riduzione degli aiuti umanitari.

Tuttavia, la sua posizione si è scontrata con le resistenze di molti “partner europei”.

In particolare, Meloni ha dovuto affrontare le polemiche scatenate dal memorandum d’intesa siglato con la Tunisia il 18 settembre 2022, con cui l’Europa si impegnava a versare al Paese nordafricano 500 milioni di euro in cambio della collaborazione nella gestione dei flussi migratori. Il presidente tunisino Kaïs Saïed ha però respinto l’accordo, definendolo una forma di “carità” inaccettabile e chiedendo all’Europa di risolvere le cause profonde dell’emigrazione, come la povertà, la guerra e il cambiamento climatico.

Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso il suo dissenso nei confronti dell’Italia, accusandola di violare il principio di condivisione degli oneri tra i Paesi membri e di alimentare il traffico di esseri umani. Macron ha sostenuto la necessità di riformare il Patto europeo su migrazione e asilo, proposto dalla Commissione europea nel settembre 2020, che prevede un meccanismo di solidarietà flessibile tra gli Stati membri, basato su contributi finanziari o operativi, confermando una posizione ostile della Francia nei confronti del nostro Paese.

Il vertice di Granada, come sempre avviene in ogni riunione europea, non ha portato a nessun risultato concreto sul tema migratorio, ma solo a una dichiarazione generica in cui si ribadisce l’impegno a lavorare insieme per una gestione efficace, equa e umana dei flussi migratori. L’ennesima presa in giro, le solite parole al vento.

Meloni ha cercato di rivendicare il suo ruolo di leader in Europa, sostenendo che l’Italia è “tutt’altro che isolata” e che ha ottenuto il sostegno dei Paesi del Mediterraneo, riuniti nel gruppo MED9.

Tuttavia, le sue parole appaiono smentite dai fatti: l’Italia continua a essere il principale Paese di arrivo dei migranti in Europa, con oltre 31 mila sbarchi dall’inizio del 2023, e a soffrire della carenza di strutture di accoglienza e identificazione, tanto da dover dichiarare lo stato d’emergenza nazionale il 11 aprile 2023, non riuscendo però minimamente a risolvere la situazione, né ad attuare il tanto promesso “blocco navale” tanto desiderato dagli elettori ancora una volta traditi.

Il vertice europeo di Granada ha quindi soltanto evidenziato i fallimenti della politica migratoria di Meloni, incapace di trovare soluzioni condivise e sostenibili con i suoi “alleati europei”, confermando la completa inutilità e dannosità delle strutture sovranazionali.

 

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