Malta, al via il vertice dei Paesi del Mediterraneo

Immigrazione di nuovo al centro del dibattito, Ungheria e Polonia contrarie ai ricollocamenti. Alta la tensione con la Germania.

Si è tenuto oggi a Malta il vertice dei Paesi del Mediterraneo e dell’Europa meridionale, noto come Med9, che ha visto la partecipazione dei leader di nove paesi dell’Unione europea: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Slovenia, Croazia e Malta.

All’incontro erano presenti anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Il tema principale all’ordine del giorno era la questione migratoria, che riguarda in modo particolare i paesi in prima linea come l’Italia e la Grecia, esposti ai flussi di migranti e richiedenti asilo provenienti dall’Africa e dall’Asia che sono divenuti una vera e propria emergenza.

Il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato una lettera agli altri leader prima del vertice, chiedendo una posizione comune e coesa sul dossier migranti in vista dei prossimi appuntamenti europei, il Consiglio informale di Granada del 6 ottobre e quello formale a Bruxelles il 26 e 27 ottobre.

Meloni ha ribadito come la questione migratoria sia una priorità per l’Italia, che si aspetta l’attuazione rapida del cosiddetto “approccio comune” di cui si è dibattuto in sede europea lo scorso febbraio.

Il Presidente del Consiglio ha anche ricordato l’importanza del memorandum con la Tunisia, firmato il 18 settembre, che prevede una maggiore collaborazione tra i due paesi per contrastare i traffici illeciti di esseri umani e favorire il rimpatrio dei migranti irregolari.

Un accordo però che fino ad ora non ha visto nulla di realmente concreto accadere.

Meloni ha infine ricordato agli altri leader dei paesi Mediterranei la recente visita a Lampedusa con Ursula von der Leyen e il piano in 10 punti annunciato dalla presidente della Commissione, che include misure come il rafforzamento della sorveglianza aerea e navale attraverso Frontex, la possibilità di nuove missioni navali del tipo Sophia, il sostegno ai paesi terzi di origine e transito dei migranti e la revisione del regolamento di Dublino.

Bisogna però ricordarsi come negli anni passati, già prima dei fallimenti recenti di Giorgia Meloni, l’immigrazione sia già stata affrontata come tema europeo diverse volte sempre con un solo ed unico risultato: il nulla.

Come sempre Bruxelles ascolta, vede, dichiara, ma non agisce.

Nel frattempo si è venuto a sapere di una terza Ong finanziata da Berlino, la Sea Eye, con sede a Ratisbona, che per il 2023 riceverà dal governo tedesco un totale di 365.000 euro per i salvataggi della nave Sea Eye 4.

In sostanza l’Unione Europea si può definire come il modo migliore per risolvere in 27 i problemi che da solo non avresti mai avuto.

 

 

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