Ieri le quotazioni del mercato del Gas e dell’Energua di Amsterdam hanno registrato un rialzo del 12,5% raggiungendo i 49,4 euro al megawattora, un prezzo che non si vedeva dallo scorso ad agosto.
Per capire a chi giovi tutto questo bisogna considerare che nel secondo trimestre del 2023, gli USA sono stati il maggior esportatore di gas naturale liquefatto verso l’UE, coprendo il 46,4% delle importazioni totali, vendendolo anche all’Italia per un prezzo cinque volte superiore a quanto costava il Gas russo al nostro paese.
Bisogna poi considersre che una parte significativa di petrolio russo continua ad essere esportata in Europa aggirando le sanzioni e venendo triangolata tramite paesi come India, Turchia, Emirati Arabi facendo lievitare i costi per famiglie e imprese.
Gli Stati Uniti hanno aumentato la propria produzione di idrocarburi e di Gas Naturale Liquefatto già molto prima dello scoppio delle ostilità tra Russia e Occidente manifestando senza ombra di dubbio la volontà statunitense di colpire i competitor europei innalzando i costi dell’energia oltre a trarre un vantaggio diretto dalla vendita di idrocarburi.
Il Gas Naturale Liquefatto Statunitense, a differenza di quello russo, è estremamente più inquinante dato che gli americani utilizzano per la sua produzione la controversa tecnica del “fracking” oltre a trasportare tutto il metano via nave attraverso l’oceano aumentando di conseguenza sia i costi che la quantità di emissioni emessa.
Anche il “Green New Deal” di Ursula Von Der Layen si è dunque piegato di fronte ai diktat statunitensi dimostrando ancora una volta la totale subalternità di Bruxelles ai padroni di Washington.
I rincari delle materie prime contribuiranno alla crescita dell’inflazione in Italia portando ad un’ulteriore contrazioni del PIL italiano.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già spiegato quanto l’attuale situazione geopolitica e macro-finanziaria rischi di minare fortemente il già complicato quadro economico italiano.
Proprio per questo lo stato sarà costretto a fare nuovo debito, sempre più difficilmente ripagabile, portando, come è già avvenuto, all’aumento dei tassi di interesse sui BTP a 5 e 10 anni.
Un aumento del tasso d’interesse sul debito che rischia di trascinare l’Italia in un circolo vizioso sempre più letale. Una ballo con la morte all’ultima percentuale.