Gli Usa hanno recentemente approvato uno storico pacchetto di aiuti militari statunitensi a Taiwan.
Il controvalore in denaro degli aiuti è di ben 345 milioni di dollari e per la prima volta proverranno direttamente dalle scorte militari statunitensi esistenti, e non da degli acquisti effettuati dal governo taiwanese.
L’ invio di armamenti a Taiwan è stato approvato dal Congresso attraverso la Presidential Drawdown Authority for Military Assistance, che viene utilizzata per l’Ucraina, delineando ancora più chiaramente lo scenario da terza guerra mondiale che stiamo vivendo.
Gli aiuti includono anche l’addestramento militare, la fornitura di sistemi missilistici antiaerei portatili (MANPADS), apparecchiature di ricognizione e sorveglianza, nonché armi leggere e munizioni.
Secondo quanto riportato da fonti taiwanese gli americani invieranno anche equipaggiamento pesante come i droni MQ-9-Reaper e sistemi missilistici direttamente dalle scorte statunitensi.
Dura, come era da aspettarselo, la reazione della Cina che, tramite le parole Portavoce del Ministero della Difesa cinese Tan Kefei, ha dichiarato: “Gli Stati Uniti, fornendo assistenza militare a Taiwan, stanno interferendo gravemente negli affari interni della Cina, danneggiando gravemente la sua sovranità e gli interessi di sicurezza, mettendo in pericolo la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan. Esortiamo gli Stati Uniti a interrompere qualsiasi forma di impegno militare con Taiwan, nonché proseguire lungo un percorso pericoloso e fuorviante”.
L’ invio di armi alla Repubblica di Cina contribuisce certamente ad alimentare la possibilità di uno sconto totale tra gli Stati Uniti e la Cina continentale di Di Jinping che ha di recente effettuato esercitazioni e pattugliamenti navali congiunti con la flotta russa del Pacifico delineando ancora più chiaramente la formazione di un blocco di potere in grado di arrestare l’espansionismo egemonico di Washington.
In precedenza, dopo l’arrivo della Speaker del Congresso Usa Nancy Pelosi, che ha riattivato i malumori geopolitici dell’area, la Cina aveva effettuato imponenti esercitazioni aereo-navali e terrestri a fuoco vivo nei pressi delle isole taiwanesi, destando una “viva preoccupazione” per l’Occidentale.
Come l’Ucraina e il Niger, anche la situazione intorno al Mar Cinese Meridionale e all’Isola di Taiwan resta estremamente calda e complessa con il rischio di una escalation sempre più vicino.